Poste italiane, in Sicilia non assume

 

 

PALERMO – Un’interrogazione, a risposta scritta urgente, per chiedere al Governo regionale di chiarire, con Poste italiane, quali interventi l’azienda intenda applicare in Sicilia, in riferimento al numero di dipendenti e di capacità tecniche. A presentarla è stato il deputato regionale Giuseppe Zitelli (primo firmatario), con l’atto poi sottoscritto da altri deputati regionali che sostengono le ragioni dell’intervento. “Nonostante l’aumento della produzione e gli ampi margini di redditività – si legge nell’interrogazione -, Poste Italiane continua in Sicilia la sua scellerata politica di ridimensionamento sia come investimenti che come forza lavoro. Dal 2017 ad oggi, ben 1200 dipendenti in Sicilia hanno lasciato il lavoro o per pensionamento o per trasferimento in altre sedi, mentre sono state solamente 80 le assunzioni tra consulenti, trasferimenti da altre regioni e passaggi da part time a full time.” Un dato di evidente disparità che relega la Sicilia, rispetto al resto d’Italia, in una posizione assolutamente marginale. Una situazione più volte denunciata anche dai sindacati, dal segretario regionale di Cisl Poste, Giuseppe Lanzafame, con il suo appello raccolto dall’on. Giuseppe Zitelli.

La scelta di lasciare l’isola come fanalino di coda emerge in un altro passaggio dell’interrogazione firmata da Zitelli ed altri deputati. “Nel 2018 sono stati assunti a tempo indeterminato oltre 1000 risorse, fra il 2019 e il 2020 ne saranno assunte altre 3200, di queste nuove assunzioni, nessuno sarà assegnato in Sicilia.” Una situazione divenuta insostenibile. “Tale politica di contenimento dei costi da parte di Poste Italiane ha già causato il ridimensionamento di importanti servizi – si legge sempre nell’interrogazione – e ad un drastico rallentamento delle consegne che risulta estremamente penalizzante per gli utenti soprattutto per talune categorie di corrispondenza.”

A tutto questo, si evidenzia sempre nell’interrogazione, vanno aggiunti i problemi di stress per i lavoratori, visto la mole di attività a loro richiesta per poter sopperire alla carenza cronica di personale. “I lavoratori sono vicini al collasso – ha dichiarato il sindacalista della Cisl Sicilia Lanzafame, nei giorni scorsi -. A fine giugno, grazie all’accordo nazionale siglato l’8 marzo a Roma, nell’isola saranno trasferite circa 37 unità provenienti da altre regioni e vi saranno 70 trasformazioni da part time a full time. L’accordo complessivamente potrebbe essere positivo ma irrisorio nei numeri per le esigenze lavorative che vi sono sull’isola”.

Da qui la richiesta dei deputati indirizzata all’assessorato regionale del Lavoro, di “intervenire presso le Poste Italiane al fine di ottenere le più ampie garanzie sullo sviluppo del servizio postale in Sicilia, sia in termini occupazionali che tecnici.”

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