L'economia come il gioco delle tre carte

L'economia come il gioco delle tre carte
di Alfio Franco Vinci
Quando al Governo di un Paese problematico come il nostro, con grandi deficit economici, forti tensioni sociali anche per effetto dell’essere frontiera meridionale di un intero Continente, l’Europa, vengono prima chiamati e poi mantenuti al comando, anche in mezzo alla tempesta, un presidente del Consiglio dal curriculum agli estrogeni, ed un ministro dell’economia laureato in lettere e chitarrista dilettante, non ci si deve stupire più di nulla. Ci si può e ci si deve incazzare, tanto per evitare equivoci usando un termine ormai sdoganato, perché si sta andando troppo oltre la misura.
Non si può e non si deve far credere alla gente che il Governo ha messo sul piatto 4 miliardi e 300 milioni per consentire agli italiani che non ce la fanno di poter fare la spesa. Quei soldi dovevano arrivare comunque a maggio ai Comuni per le loro imprescindibili esigenze, specie legate ai dissesti,ai quali Comuni invece non arriveranno; come dire “spoglia a Cristo e vesti a Maria” I restanti 400 milioni li erogherà la Protezione civile, verosimilmente attingendo ai propri fondi, con l’augurio che per l’anno in corso non intervengano calamità naturali per fronteggiare le quali erano destinati.
Non è chiaro come, o tramite chi erogherà tali fondi, e, a tal proposito torna alla mente il “Divo Giulio” con il suo indimenticabile “a sospettare si fa peccato ma a volte ci si azzecca“. La Regione siciliana interviene anch’essa con 100 milioni di euro, che purtroppo sono solo una goccia nel mare. Forse avrebbe potuto impegnare la stessa somma , o poco più , riproponendo le leggi regionali 27 del 1972 e 22 del 1974, “provvidenze per le piccole e medie imprese”g razie alle quali moltissime imprese siciliane, per effetto del meccanismo del fondo di rotazione, sopravvissero alla tempesta perfetta dei primi anni 70 , determinata dalla stagflation prima, e dalla crisi petrolifera poi.
È vero, erano aiuti di Stato e l’Europa, sempre attenta alle cose italiane, ne chiese la non ripetizione, ma credo che oggi l’ARS potrebbe approvarla in due giorni e l’Europa dovrebbe voltarsi dall’altra parte, o comunque, come allora, intervenire a cose fatte. Ma torniamo al Governo nazionale. Ieri sera durante la conferenza stampa dove ci hanno somministrato il “tre oro vince, il tre oro perde”, non si capiva chi fosse il protagonista e chi la spalla; in ogni caso di un “duo” si è trattato. L’ho scritto due giorni fa e lo ribadisco. Non siamo alla “Corrida” dove più i “dilettanti allo sbaraglio“ fanno sciocchezze, più la gente si diverte. Se non si è all’altezza ci si faccia da parte o qualcuno pensi a rimuoverli. Abbiamo bisogno di una guida autorevole e competente, altrimenti ci aspetta, dopo la tragedia del Coronavirus, un finale alla greca.

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