Facciamo giocare i ragazzi a Monopoli


 
 
 
Daniele Lo Porto |

CATANIA – Oggi pomeriggio la squadra rossazzurra tornerà ad allenarsi dopo due giorni di riposo in vista della prossima trasferta contro il Monopoli. Più che una Pasqua di resurrezione è stata una ulteriore passione, un’altra tappa della dolorosissima via crucis che il Catania ha intrapreso dopo la fine della gestione di Pino Rigoli, che adesso viene rimpianto da tutti.

Sabato pomeriggio contro il Cosenza ci si aspettava una prova d’orgoglio, una prestazione importante per rientrare a spallate in zona play off e dimostrare, prima di tutti a se stessi ed ai tifosi e poi anche agli avversari, che il Catania è una squadra e, invece… Invece i rossazzurri hanno dimostrato ancora una volta di non essere una squadra, ma un insieme di undici calciatori di modeste qualità e di insufficienti motivazioni, privi di adeguata preparazione atletica e tattica. Una accozzaglia di giocatori senza una minima idea di gioco e di schemi. Così come nelle altre recenti prestazioni si è vista la lentezza della manovra offensiva e nelle rare ripartenze il portatore di palla (Di Grazia o Russotto, Mazzarani quando si ricorda di correre) restava un uomo solo al comando, senza il minimo supporto di compagni di squadra spesso distanti trenta o quaranta metri. Ben altro atteggiamento, caratteriale e tattico, invece, ha mostrato il Cosenza, capace di difendersi con dieci uomini dietro la linea del pallone, ma anche di lanciarsi all’attacco con cinque o sei uomini a dettare il passaggio e variabili tattiche.

Giovanni Pulvirenti, poi, ha dimostrato ancora una prudenza autolesionista difficile da comprendere, come la scelta di dare fiducia a Tavares (che dopo il gol dell’esordio non ci sembra abbia più dato segnali di vita in area di rigore avversaria) piuttosto che a Barisic che pur con tutti i suoi limiti contro la Vibonese era stato reattivo, concreto e determinante.

Ora, svanito il miraggio play off, non sappiamo quanti credano nei miracoli nel calcio, anche se la matematica lascia spazio a qualche residua speranza, la società potrebbe cominciare a dare spazio a quei giovani che sono stati in modo più o meno continuativo inseriti nel giro della prima squadra. Una scelta per certi versi anche sollecitata dalla lunga lista di infortunati ai quali si aggiunge anche Gil che potrebbe non essere disponibile per la prossima partita. Contro il Cosenza si è visto in campo per poco meno di mezz’ora il diciottenne centrocampista Davide Di Stefano. Si è mosso con disinvoltura, è andato al tiro due volte con poca precisione ma sufficiente coraggio. Da rivedere, insomma. E con lui Davd Mbodj, Kalifa Manneh, Samuele Maccioni e Alessio Rizzo. I veterani hanno deluso su tutti i fronti, spazio alle reclute, almeno.

0 Comments

  1. Ha pienamente ragione il direttore Lo Porto in tutte le fasi del suo oculato commento per questo Catania tanto disinvolto nel saper valorizzare gli avversari che gli propone , di settimana in settimana , il calendario . Ho letto in altra testata che il C.C.Catania ha pagato le spettanze ai giocatori sino alla fine di aprile ; mossa intelligente che sapra` dare vigore e chiarezza d’idee a chi s’era scordato di essere un giocatore di calcio . Non ho piu` dubbi : domenica vinceremo a man basse ( scusatemi se ho detto una gran bugia ma voglio illudermi anch’io ) .

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