L’oro vero della Sicilia, il turismo nel secondo seminario “made in Sicily”

|Saro Faraci|

Avere sotto i piedi giacimenti di oro e non rendersene conto. Non l’oro nero, il petrolio, così abilmente sfruttato dalle multinazionali che dal dopoguerra in poi hanno fatto di questa terra un presidio strategico dei loro business dell’energia. Ma l’oro vero delle risorse paesaggistiche, monumentali, culturali e ambientali che fanno di questa regione, anche per via delle diverse dominazioni che l’hanno caratterizzata nei secoli, una attrazione unica, più unica che rara, ancor più suggestiva quando tale patrimonio tangibile si mescola alla perfezione con elementi intangibili legati alla “sicilitudine”, lo stato antropico dell’esser siciliani, ovvero la sicilianità dei sentimenti, delle emozioni e dei tratti caratteriali della sua gente. Paradossalmente è proprio cosi. I Siciliani hanno sotto piedi giacimenti d’oro e ancora litigano per capire come e dove farne tesoro.

Ieri pomeriggio, al secondo seminario sul “made in Sicily” organizzato dalla Camera di Commercio e dall’Università di Catania, al Palazzo delle Scienze sede del Dipartimento di Economia e Impresa si è parlato di turismo. Ancora una volta, verrebbe da dire. Ed invece, no. Al cospetto di molti studenti interessati al tema, si è parlato di turismo in modo “unconventional” mettendo insieme esperienze imprenditoriali diverse, storie differenti di accoglienza, attività variegate ma complementari nella filiera dei servizi dell’ospitalità, dove c’è spazio per attrarre pure prodotti autentici e tipici di sicilianità. I numeri confermano ancora una volta il grande potenziale turistico dell’isola – come ha precisato nel suo intervento introduttivo il prof. Marco Platania, docente di Economia del Turismo nell’Ateneo catanese. La Sicilia vale il 3,7% delle presenze turistiche a livello nazionale, e Palermo è la principale destinazione dell’isola. In uno scenario nazionale largamente dominato dall’attrattività di Roma, Milano, Venezia, Firenze e Rimini, in ordine di arrivi turistici, si tratta di dati confortanti, anche se la rilevazione statistica ufficiale è quattro volte inferiore al dato reale:  nell’ultimo anno gli Aeroporti di Catania e di Palermo hanno registrato rispettivamente un incremento del +11,4% e del +8,4% nelle presenze. A fronte di tale crescita della domanda, la consistenza ricettiva è buona: si va dai 31 alberghi di lusso localizzati nell’isola (tra 5 stelle e 5 stelle lusso) ai 2.566 bed & breakfast che sono la tipologia di imprese cresciuta di più negli ultimi anni, con tassi anche superiori ai tradizionali alberghi a 2 e 3 stelle e perfino agli agriturismi. I numeri non sono niente male anche se, a rilevarlo è ancora il professore Platania, per ogni presenza turistica aggiuntiva in Sicilia si generano solo 49€ di contributo al PIL, a fronte di un dato nazionale che, ove riferito al valore aggiunto, è di 103,4 €. Ci sono margini di miglioramento, dunque. E dove trovarli?

La tavola rotonda che è seguita all’intervento del docente universitario ha portato alla luce interessanti e intriganti iniziative che si stanno portando avanti senza clamore nel nostro territorio. Innanzitutto il turismo degli eventi ed enogastronomico, il segmento su cui è concentrato da tempo il Sicilia Convention Bureau, ieri pomeriggio rappresentato da Alessia Di Raimondo. Poi il turismo religioso, delle feste popolari e dei cammini, l’ambito che è stato privilegiato dalla neonata Word of Mouth di Melino Ficili che, tra l’altro insieme alla Diocesi di Acireale, sta gestendo il Parco Culturale Ecclesiale Terre d’Aci e Valle dell’Alcantara. Ancora, il turismo del wedding, una vera e propria industria parallela a quella della ricettività tradizionale, che ruota intorno all’evento matrimonio, un prodotto capace di attirare nella nostra terra tanti giovani sposi non siciliani, e che allo stesso tempo si va esportando all’estero dove l’evento nuziale “alla siciliana” è ricercato sempre di più da tanti connazionali emigrati e nostalgici di sicilitudine. Ne ha parlato ieri sera Aurelio Trubia che negli ultimi due anni ha dato il via al portale Madisì nel quale, a partire dalla sua attività di banqueting, è riuscito ad aggregare diversi operatori della filiera dei servizi di wedding. Infine, c’è un altro turismo dentro il turismo, che è il mondo delle fiere e degli eventi, rappresentato ieri da Barbara Mirabella, la fondatrice di Expo e molto apprezzata a livello nazionale. Questo segmento dell’accoglienza attira numerosi escursionisti (come è per il caso delle fiere tematiche che si tengono a Catania) ma è capace di generare offerta aggiuntiva anche per i turisti, quando gli eventi – come nel caso di Cibo Nostrum a Taormina o della Nivarata ad Acireale – si tengono per strada, sulle piazze, cioè i luoghi principali all’aperto in cui si esprime più autenticamente la sicilianità.

E di sicilianità sono pure importanti portabandiere Corrado Di Filippa e i coniugi Giorgio e Matilde Vanadia.  Il primo dodici anni fa, insieme ad altri due amici di gioventù, ha dato vita a Siculamente, oggi divenuto un sistema di “putie”, negozi e corner in cui si vendono prodotti dell’abbigliamento rigorosamente “made in Sicily” nella manifattura e nel concept di sicilianità cui in modo scherzoso si ispira e dal quale trae quotidiano nutrimento. Giorgio e Matilde, entrambi laureati in Economia Aziendale, hanno rilevato qualche anno fa dal fallimento il prestigioso marchio De Simone delle straordinarie ceramiche artistiche del maestro palermitano Giovanni De Simone, e lo stanno rilanciando attraverso 11 negozi monobrand, 60 rivenditori autorizzati, ed esportandolo persino in Europa, Asia, Australia e negli Stati Uniti. Il miracolo più grosso però l’hanno compiuto due anni fa, quando hanno deciso di portare a Catania la produzione delle ceramiche fino ad allora localizzata dall’altra parte dell’isola. Anche in questo abbraccio lungo qualche centinaio di chilometri, che copre la distanza fra Palermo e Catania, risiede quello spirito autentico di sicilitudine che, ove sfruttato meglio da altre nostre aziende, farebbe veramente della Sicilia la più grande regione turistica del Paese.

Questo pomeriggio, con inizio alle 16.00 nell’Aula Magna di Palazzo delle Scienze, il terzo appuntamento in cui si parlerà di brand Etna e del vino DOC. Interverranno: Giuseppe Mannino (Presidente Consorzio di tutela Etna DOC e Tenute Mannino) e di Camillo Privitera (Associazione Italiana Sommelier). Case histories: Seby Costanzo (Cantine di Nessuno), Graziano Nicosia (Cantine Nicosia), Pucci Giuffrida (Al Cantara), Dario Pistorio (FIPE Confcommercio e Dario Pistorio Banqueting).

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *