GIARRE – Un evento mirato a celebrare la memoria di una figura storica per Giarre. Svelato, nella suggestiva cornice del “Salone degli specchi” del Palazzo di Città di Giarre, il quadro di Leopoldo Fiumarelli raffiugrante l’onorevole giarrese Lucio Quattrocchi, il quale fu sindaco di Giarre nel 1884-1885 e dal 1901 al 1904 oltre che deputato nazionale tra il 1886 e il 1890 e tra il 1890 e il 1892. La pittura a olio che raffigura l’illustre onorevole, democratico di idee liberali, è stata donata al Comune a seguito di un lascito testamentario della signora Sebastiana Flavia D’Angelo, sposata con un pronipote di Lucio Quattrocchi. Il professore Girolmo Barletta si è soffermato sulla figura di un uomo che, per favorire la produzione vinicola e l’esportazione dei vini, dei mosti e dei liquori siciliani, chiese in Parlamento la restituzione della tassa sugli spiriti. Quattrocchi, che si distinse anche per aver chiesto una sovvenzione per una grave alluvione, fu un personaggio che durante la sua sindacatura a Giarre diede un grande impulso alle opere pubbliche nella predetta città. Si interessò alla costruzione della circumetnea, fece parte del consorzio della circumetnea, diede impulso all’istituzione del Ginnasio e dunque si impegnò per l’appalto dell’edificio monumentale di piazza Macherione affinchè fosse dato ad uso delle scuole. Inoltre, Quattrocchi diede l’input alla costruzione di piazza Duomo a Giarre. Ciò però comportò una spesa ingente poichè si dovevano risarcire tutti i proprietari delle case e delle casupole che sorgevano laddove vi è la piazza. Inoltre, per la realizzazione della piazza, si dovette demolire il palazzo della Contea. Quattrocchi diede un’accelerata alla costruzione delle torri campanarie della chiesa madre. Nel 1850, ovvero 30 anni prima che lui diventasse sindaco, l’illuminazione notturna a Giarre constava di quattro-cinque fanali. Essa cominciò a salire con la sindacatura Grassi per poi diventare sfarzosa grazie a Quattrocchi. A quest’ultimo dunque si dovettero il rivestimento attorno alla chiesa madre e i lampioni di quell’area così come la Villa Margherita e il livellamento del centro storico. Nonostante il Comune avesse deliberato di far erigere un monumento al cimitero di Giarre in sua memoria, ciò non avvenne, così come non avvenne l’intitolazione di una strada alla sua memoria. Quattrocchi, proprietario e benestante, finì col morire in povertà. Si dovette infatti fare una colletta per comprare un lenzuolo per coprire il suo corpo una volta morto.
Umberto Trovato