L’uso mediatico dei debiti e i primi veleni della campagna elettorale

L’uso mediatico dei debiti e i primi veleni della campagna elettorale

Daniele Lo Porto

“Sono contribuente di Riscossione Sicilia dal 2009, da quando ho chiesto, da contribuente come tutti gli altri, tre rateizzazioni finora accolte; due sono state interamente pagate, con oneri di mora, agio e interessi. Si tratta in larghissima parte di manifesti elettorali e altre spese, e continuo a pagare senza alcun favoritismo. Ecco perché questa vicenda mi lascia tanta amarezza, ma anche la voglia di dire a tutti che Nello Musumeci è un cittadino come tutti gli altri e nessuno mi ha mai cancellato un solo euro di tasse”.

Il capogruppo di Ncd all’Ars, Nino D’Asero (che non è indagato)  ribadisce la propria posizione:

“La ritengo una grave situazione per colpire in maniera ingiustificata – dice D’Asero –. Io ho dichiarato e lo verificheremo successivamente, atti alla mano, che non ho mai usufruito di alcun beneficio. Ho richiesto nel luglio del 2015 quale era la mia situazione debitoria nei confronti della Serit, è stata fatta una ricognizione ed è venuto fuori tra sanzioni e interessi la somma da pagare di 4700 euro. Somme che sono state rateizzate e di cui ho già pagato 18 rate. Ritrovarmi oggi in questa situazione che è solo fango mediatico è sicuramente un fatto grave. Se poi il cittadino deve avere più diritti e il politico D’Asero meno diritti è un fatto che lascio alla valutazione delle persone normali. Se esistono i termini per una querela io querelerò chi usa in maniera impropria una posizione per strumentalizzare e per fare emergere atteggiamenti che non sono positivi e propositivi per la Sicilia, ma che cerca di fare operazioni colpendo gli altri per fare emergere una posizione che secondo me è tutta da capire…”.

“Respingo sdegnato ogni contestazione che arriva da Riscossione Sicilia, ormai diventata una vergogna sia in ambito regionale sia nazionale. Al tempo stesso, resto a disposizione della magistratura per qualsiasi chiarimento, consapevole di non avere commesso alcunché di illegale”, lo afferma il parlamentare Pd all’Ars Raffaele Nicotra commentando la vicenda che vede indagati nove dipendenti di Riscossione Sicilia, in servizio nella sede di Catania, che avrebbero agevolato tre deputati regionali che avevano debiti col fisco.

“Non posso che manifestare disgusto – aggiunto l’esponente del Partito democratico – per l’atteggiamento tenuto da quanti, chissà perché quale arcano motivo, intendono creare mostri da sbattere in prima pagina. E mi riservo di adire le vie legali nei confronti di chi ha orchestrato questo attacco alla mia persona”.  

Le reazioni dei tre deputati regionali scaturiscono dalle accuse rivolte a nove dipendenti di Riscossione Sicilia che  avrebbero agevolato i rappresentanti istituzionali che avevano debiti col Fisco cancellando un fermo amministrativo e chiudendo illecitamente procedure esecutive di pignoramento. Nell’avviso di conclusione delle indagini la Procura di Catania contesta l’abuso d’ufficio in concorso e continuato e ipotizza un danno erariale di quasi di 390 mila euro. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Fabio Regolo, sono coinvolti agenti, funzionari e dirigenti di Riscossione Sicilia, in servizio nella sede provinciale di Catania della società. L’indagine è partita da esposti presentati dall’attuale amministratore unico di Riscossione Spa, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, che più volte ha denunciato, anche pubblicamente, presunte “agevolazioni illegittime” da parte di personale della società nei confronti di politici debitori col Fisco.  Gli indagati per abuso d’ufficio sono: i dirigenti Gaetano Romano, di 58 anni, e Antonella Anello, di 56; l’operatore Giovanni Musmeci, di 60; e gli agenti Maria Letizia Idonea, di 55, Ermanno Sorce, di 56, Maria Letizia Sapuppo, di 44, Salvatore Torrisi, 52, Maria Grazia Furnari, di 47, e Giuseppa Giarratana, di 48. L’avviso di conclusione indagini permette agli indagati di depositare memorie o di chiedere di essere interrogati e atto che permette alla Procura di Catania di decidere se presentare al Gip richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. Secondo l’accusa, Musumeci e D’Asero avrebbero ottenuto la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi nonostante avessero ancora dei debiti con Riscossione. Nicotra invece sarebbe stato favorito con la cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e con la chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare pur avendo anche lui ancora dei debiti col fisco. “La conclusione delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Catania, con la individuazione di specifiche condotte di abuso d’ufficio in capo a individuati dirigenti e dipendenti di Riscossione Sicilia con conseguente vantaggio in favore di taluni deputati regionali, conferma che si aveva ragione di denunciare le ingiustizie scoperte”,  commenta l’avvocato Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di Riscossione Sicilia. “Le indagini confermano altresì che non ci sono più zone franche per nessuno – avverte Fiumefreddo – e per questo ringrazio ancora una volta il procuratore Carmelo Zuccaro per l’attenzione dedicata dal suo ufficio ai reati contro la pubblica amministrazione, mentre sottolineano quanto sia importante l’azione di uguaglianza, pulizia e giustizia che stiamo portando avanti con Riscossione in Sicilia, rendendo un servizio dovuto ai cittadini che si sacrificano per compiere il loro dovere”. “La sporcizia va denunciata – conclude Fiumefreddo – e le cose vanno cambiate se si vuole bene a questa terra”. “Non rimuoverò mai Fiumefreddo da Riscossione Sicilia, continueremo la battaglia contro sprechi e privilegi e ciò nonostante due giorni fa alcuni capigruppo dell’Assemblea mi abbiano chiesto come mai continuassi a tenere l’avvocato alla guida della società pubblica alla luce degli attacchi che fa alla classe politica. L’inchiesta di Catania dimostra che le sue denunce non sono parole al vento”, dichiara il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

Nello Musumeci “carte alla mano” ha mostrato alla stampa e messo a disposizione dei giornalisti la documentazione e non ha mancato di evidenziare come «sia stato del tutto corretto l’atteggiamento della magistratura che non ha ritenuto di coinvolgermi nell’inchiesta», peraltro –  aggiunge – “le contestazioni che ho letto solo sui giornali rispondono in larghissima parte a un periodo nel quale non ero neppure deputato. Ho fiducia di avere la coscienza a posto, come tutti i siciliani per bene sanno. La verità è che Riscossione Sicilia è solo uno strumento per arrivare a me, ma non ci riusciranno».

Sul fronte politico, Musumeci non si è sottratto: “ho capito da molti mesi di essere stato messo nel mirino e di essere un obiettivo da abbattere per quanti appartengono al cerchio magico di Crocetta, quel blocco di potere che vuole sopravvivere anche dopo le elezioni di ottobre: è una vera e propria mafia dell’antimafia, un pericoloso sistema di potere che intendo estirpare, se i siciliani ci daranno questa responsabilità”.

Sul suo ruolo di presidente della Commissione Antimafia, il deputato siciliano è molto chiaro: «ho chiesto al presidente Ardizzone di consentirmi un intervento alla prima seduta d’aula. Sarà quella la sede in cui esprimerò le mie valutazioni, davanti a tutti i gruppi parlamentari».

«Voglio ringraziare le migliaia di cittadini e tutti gli esponenti delle istituzioni, a partire dal presidente dell’Ars, e della politica che hanno voluto esprimermi il loro affetto, conoscendo la mia correttezza e il mio rigore morale. Mi ha fatto piacere che in tanti casi si sia trattato di avversari politici, che ringrazio per la loro lealtà pubblica e privata. Devo tutto a questo mio modo di essere e di intendere la politica. Rispetto alla mia moralità non consento a nessuno di porre alcuna ombra».

 

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