CATANIA – Dalle prime ore del mattino i Carabinieri di Catania hanno arrestato 26 presunti appartenenti al clan dei ‘Tuppi‘, gruppo legato ai Mazzei, storica famiglia di Cosa nostra, operante nel territorio dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. Ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione in concorso, furto, ricettazione e riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di arma clandestina, trasferimento fraudolento di valori e corruzione, con l’aggravante del metodo mafioso. Sono stati sequestrati, inoltre, beni per 1,5 milioni di euro.
Si tratta del clan che fu rivale di Giuseppe Pulvirenti, detto u Malpassotu, il potentissimo boss al quale era fedele Orazio Pino, l’ex collaboratore di giustizia ucciso la settimana scorsa a Chiavari.
L’operazione, denominata ‘7 ore’, ha fatto luce su uno degli omicidi da ricondurre alla guerra di mafia tra i ‘Tuppi’ e la cosca Pulvirenti negli anni ’80 e ’90: quello del consigliere comunale di Misterbianco, Paolo Arena, era un esponente di spicco della Dc di Misterbianco, di cui era segretario locale, ed era legato alla corrente che faceva capo a Giulio Andreotti. Membro della direzione provinciale del partito, ex amministratore della Usl 35, una delle maggiori della Sicilia, prima consigliere e poi vicesindaco di Misterbianco, Arena era stato dipendente del Comune di Catania, ma da poco tempo era in pensione. Fu ucciso con colpi di fucile caricati a pallettoni davanti al Municipio di Misterbianco in pieno giorno. Tra i primi ad accorrere sul posto furono diversi consiglieri comunali che erano a Palazzo di città per un incontro di maggioranza Dc e Psi con l’allora sindaco Salvatore Saglimbene, democristiano, e altri esponenti politici. Mancavano pochi minuti a mezzogiorno. Arena stava posteggiando la sua Lancia Thema quando arrivò il ‘gruppo di fuoco’: tentò la fuga a piedi, ma fu raggiunto e ferito a morte
Orazio Pino, originario di Misterbianco nel catanese, fu accusato non solo di decine di omicidi, ma anche di essere il mandante dell’esecuzione di Mario Nicotra, detto ‘u Tuppu’, per il controllo della mafia locale. Da questa imputazione fu però assolto.