PALERMO – Cinque persone, accusate di mafia ed estorsione – che si preparavano a fuggire – sono state fermate dalla Dda di Palermo. In carcere tra gli altri è finito Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore Biondino, autista e uomo di fiducia di Totò Riina.
Per gli inquirenti è il nuovo “reggente” del mandamento di San Lorenzo ed è accusato di diverse estorsioni. I provvedimenti, firmati dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvo De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi, sono stati eseguiti dai carabinieri.
Gli altri fermati sono: Salvatore Ariolo e il tunisino Ahmed Glaoui, appartenenti rispettivamente alle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna Mondello; Bartolomeo Mancuso che sarebbe coinvolto in un’estorsione consumata e due tentate, nei confronti di imprenditori e commercianti; Francesco Lo Iacono, ritenuto mandante di un grave incendio commesso, la notte del 14 agosto 2015, nei confronti di un’attività commerciale di Partinico, per il quale erano già stati arrestati gli esecutori materiali nell’ambito dell’operazione “Talea” eseguita il 5 dicembre 2017.
Lo Iacono è nipote di Maurizio, esponente di vertice del mandamento di Partinico, il cui omicidio, avvenuto il 4 ottobre 2005, era collegabile ai contrasti esistenti tra i Lo Iacono e i Vitale per la vicinanza dei primi al boss Bernardo Provenzano, all’epoca latitante.
Un nuovo collaboratore di giustizia
Dall’indagine della dda che ha portato al fermo delle cinque persone è emerso un altro particolare: tra le fila di cosa nostra c’è un nuovo collaboratore di giustizia. Si tratta di Sergio Macaluso, arrestato dai carabinieri nell’inchiesta di dicembre scorso denominata Talea: in cella finirono 25 presunti mafiosi, tra cui Mariangela Di Trapani, moglie del boss Madonia che avrebbe preso in mano le redini della cosca durante la detenzione al 41 bis del marito. Macaluso, che da qualche settimana riempirebbe pagine di verbali, è ritenuto dagli inquirenti uno dei nuovi elementi di vertice dello storico mandamento mafioso di Resuttana- San Lorenzo. Il neopentito ha dato un contributo rilevante al lavoro dei magistrati, soprattutto ricostruendo i ruoli dei nuovi vertici della cosca e l’investitura di Biondino al comando del clan. Macaluso, tra l’altro, ha rivelato di aver partecipato alla riunione in cui il figlio dell’ex autista di Totò Riina sarebbe stato nominato capo.