Chiesti 12 anni di carcere per l’imprenditore siciliano Vito Nicastri, per concorso esterno in associazione mafiosa: socio d’affari del professor Franco Paolo Arata, accusato a Roma di aver corrotto il sottosegretario Armando Siri.
Il procedimento è stato istruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che indaga Nicastri in un secondo procedimento in cui è coinvolto anche Arata, accusato di trasferimento fraudolento di beni con l’aggravante del metodo mafioso. L’ipotesi è che Arata sia una “testa di legno” di Nicastri, ritenuto dai pm di siciliani uno dei finanziatori del boss latitante Matteo Messina Denaro.L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dal pm Gianluca De Leo.
Secondo le indagini della Direzione investigativa antimafia “sono stati acquisiti elementi di prova circa l’esistenza di un reticolo di società, tutte operanti nel mercato delle energie rinnovabili, facenti capo solo formalmente alla famiglia Arata (oltre a Paolo, anche al figlio Francesco ed alla moglie Alessandra Rollino), ma di fatto partecipate occultamente da Vito Nicastri, vero regista delle strategie imprenditoriali, considerato dal medesimo Paolo Arata “la persona più brava dell’Eolico in Italia”. L’imprenditore di Alcamo è tornato in carcere nei giorni scorsi, era ai domiciliari con l’accusa di concorso in associazione mafiosa dal 2018. Da qui, violando le prescrizioni dei giudici, avrebbe continuato a comunicare con l’esterno e fare affari. Alcuni video girati dalla Dia lo ritraggono mentre parla al balcone dei progetti sull’eolico fermi alla Regione. La circostanza è venuta fuori proprio nell’indagine sulle mazzette alla Regione, nel frattempo aperta dalla Procura, che coinvolge anche Arata e alcuni dirigenti regionali. E ha spinto la Procura a chiedere per l’imprenditore il ripristino della custodia cautelare in carcere.
Mentre i pm continuavano a indagare sulle tangenti che sarebbero state pagate per sbloccare procedimenti amministrativi legati alle energie rinnovabili, proseguiva il processo in abbreviato per concorso in associazione mafiosa e intestazione fittizia in cui Nicastri è stato imputato dopo l’arresto dell’anno scorso. Con l’imprenditore sono finiti davanti al gup il fratello Roberto, anche lui accusato di concorso in associazione mafiosa, per cui oggi sono stati invocati 10 anni. Imputati anche Melchiorre Leone e Girolamo Scannariato, per cui sono stati chiesti 12 anni e Giuseppe Bellitti, per cui è stata sollecitata la condanna a 10 anni. Sono tutti accusati di associazione mafiosa.