Mafia gioco d'azzardo, sequestro da 9 milioni

CATANIA – Duro colpo al modesto impero siciliano delle slot machine. La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha infatti confiscato beni per nove milioni di euro a Gaetano Liuzzo Scorpo, noto imprenditore originario di Tortorici e legato al business dei videopoker.  Le investigazioni e gli accertamenti patrimoniali svolti dalla Dia di Catania, sono stati avviati a seguito dell’operazione denominata “Nemesi”, condotta dalla polizia di Stato di Siracusa, che, nel luglio 2008, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Catania, ha disarticolato il clan mafioso “Trigila-Aparo”, attivo nella provincia aretusea, assicurando alla giustizia oltre 60 affiliati, alcuni dei quali posti ai vertici dell’organizzazione criminale. Gaetano Liuzzo Scorpo, coinvolto in tale contesto giudiziario, è stato successivamente arrestato in esecuzione della sentenza di condanna, a 3 anni e 6 mesi di reclusione, emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Catania, poiché riconosciuto colpevole del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.

Rapporti coi clan

Le indagini hanno evidenziato, strette relazioni fra Gaetano Liuzzo Scorpo ed esponenti di vertice del clan “Trigila” – facente parte della più ampia aggregazione tra clan denominata “Aparo-Nardo-Trigila”, attiva nel territorio siracusano e affiliata al potente clan mafioso catanese organico a “Cosa Nostra”, capeggiato dal noto boss “Nitto” Santapaola nella gestione, in forma monopolistica, del mercato del noleggio di apparecchiature elettroniche di intrattenimento e di azzardo (videopoker) nelle province di Siracusa e Ragusa. Anche alcuni collaboratori di giustizia hanno dichiarato che il clan aveva investito nelle società riconducibili al Liuzzo Scorpo oltre 1 milione di euro per l’acquisto di apparecchiature elettroniche. A conferma di tali dichiarazioni, le indagini tecniche hanno permesso di accertare il rapporto tra esponenti del clan Trigila e il Liuzzo Scorpo in termini di reciproca collaborazione, in base alla quale il Liuzzo versava mensilmente nelle casse del clan la somma di 20 mila euro, ricevendone in cambio protezione e la repressione della concorrenza nello specifico settore di interesse, al fine di mantenere il monopolio nell’area di radicamento del sodalizio mafioso.

Liuzzo Scorpo ha, dunque, rivestito nei rapporti con l’associazione criminale, della quale non faceva organicamente parte, quel ruolo di contiguità compiacente che si concretizzava nello svolgimento di una attività imprenditoriale per conto e nell’interesse del clan mafioso. Le indagini della Dia hanno consentito di ricostruire, cronologicamente, le principali tappe che hanno permesso al Liuzzo, dapprima di costituire, intestandola alla madre, la Società Media Game Srl, con l’attività di commercializzazione e noleggio di videogiochi, per poi giungere a realizzare una vera e propria holding di famiglia, specializzata nel noleggio di apparecchiature elettroniche di intrattenimento e di azzardo, con la costituzione di altre due società intestate a familiari e a soggetti compiacenti.

Nuove imprese e sequestro

Inoltre è stato evidenziato uno straordinario aumento del fatturato, con la costituzione di nuove imprese, tramite le quali è riuscito a collocare nella Sicilia orientale un migliaio di apparecchiature elettroniche per il gioco d’azzardo, introitando giocate per circa 120.000.000 euro, tra il 2000 ed il 2008, periodo che coincide con gli stretti rapporti del Liuzzo con elementi di spicco del clan mafioso Trigila e dai quali si fanno discendere gli improvvisi successi imprenditoriali. Le investigazioni di carattere patrimoniale hanno evidenziato “profili sperequativi tra i redditi dichiarati ed il patrimonio da lui posseduto, tali da fondare la presunzione, condivisa dal Tribunale di Siracusa, di un’illecita acquisizione patrimoniale derivante dalle attività delittuose poste in essere dal Liuzzo Scorpo Gaetano nell’ambito del clan mafioso Trigila. Con l’odierno provvedimento è stata, quindi, disposta la confisca dei suoi beni, del valore di oltre 9 milioni di euro, tra cui spiccano 4 terreni e 3 fabbricati nel comune di Siracusa, 10 automezzi, le società “Media Game Srl.”, “Betting Game Srl.”, “Orizzonti Design di Mazza Ivana Snc”, nonché numerosi rapporti bancari e/o postali.



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