Mafia, maxi-sequestro a clan della Stidda

RAGUSA – La Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, con la collaborazione del Centro Operativo di Roma e della Sezione Operativa di Catanzaro, ha eseguito un decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Ragusa su proposta del direttore della Dia e dalla Dda di Catania nei confronti di un esponente di spicco del clan mafioso “Dominante”, aderente alla Stidda, egemone a Vittoria e in tutta la provincia di Ragusa. L’iniziativa è stata attivata su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A., in sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, diretta dal Procuratore capo Carmelo Zuccaro.

Operazione in corso tra Sicilia, Calabria e Lazio

Cilia, pluripregiudicato e già sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, cointeressato, mediante propri familiari, in ditte operanti nel settore florovivaistico, è stato arrestato insieme ai figli Rosario e Emanuele, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito della cd. operazione “Krupy”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. I fatti oggetto del predetto provvedimento sono stati accertati nell’ambito di una più vasta indagine condotta in collaborazione con l’autorità giudiziaria olandese e con la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta a ricostruire l’operatività di un gruppo di soggetti attivi nella zona di Latina e facente capo alla famiglia Crupi, originaria di Siderno e affiliata alla potente ‘ndrina dei Commiso, che operava a Latina per il tramite della società “Krupy s.r.l.”.

Le indagini consentivano di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di una organizzazione capeggiata dai fratelli Crupi e dedita in maniera stabile e sistematica alla importazione dall’Olanda di ingenti quantitativi di “cocaina” destinata al mercato italiano, avvalendosi – per il trasporto sia del denaro contante necessario all’acquisto che della sostanza stupefacente – dei camion adibiti al trasporto dei fiori. In particolare, il denaro contante veniva prelevato dalla Sicilia, dalla Calabria o dalla Campania e inviato presso la sede di Latina, dove veniva occultato sui camion in partenza per l’Olanda o consegnato direttamente a fidati autisti.

Situazione di grande criticità nella gestione e nel funzionamento del mercato dei fiori di Vittoria

Dalle indagini è emerso l’intenso rapporto economico tra i Crupi e Giovanni Cilia, padre di Emanuele (prestanome ed uomo di fiducia di Rocco Crupi) e di Rosario (formalmente titolare della società Medflor di Vittoria). In particolare Giovanni Cilia, almeno due volte a settimana, inviava in Olanda somme di denaro ai Crupi. Gli odierni approfondimenti investigativi, finalizzati a ricostruire il profilo criminale del Cilia, hanno disvelato una situazione di grande criticità nella gestione e nel funzionamento del mercato dei fiori di Vittoria, fortemente condizionato nelle pratiche commerciali e nell’indotto, da illecite logiche di mercato piegate all’imposizione di beni, merci e servizi, riconducibili a soggetti appartenenti agli ambienti della criminalità organizzata di tipo mafioso, a danno della libera concorrenza e della sana imprenditoria.

Sequestrati beni per oltre 20 milioni di euro

Le indagini, unitamente a complessi accertamenti patrimoniali sul conto di Giovanni Cilia (estesi anche al suo nucleo familiare) svolti dal personale della Dia hanno consentito di acclarare l’assenza di risorse lecite, idonee a giustificare gli investimenti posti in essere, affiancata da una rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati ed i patrimoni posseduti.
Il patrimonio sottoposto a sequestro, riconducibile a vario titolo, anche attraverso l’intestazione a congiunti, al predetto Giovanni Cilia è di oltre 20 milioni di euro.

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