Daniele Lo Porto
CATANIA – Il “codice giallo” proclamato ieri pomeriggio dalla Protezione civile, è valido anche per oggi. Nel pomeriggio, infatti, dopo una mattinata con cielo coperto, ma senza pioggia, una bomba d’acqua si è abbattuta sulla Strada statale 417 Catania-Gela, tra Palagonia e Scordia. Sono caduti oltre 50 centimetri di pioggia. I detriti hanno colpito le macchine in transito. Molte vetture sono rimaste ferme sulla carreggiata. Il traffico è stato successivamente bloccato. La viabilità, anche interna, nel calatino resta difficoltosa per lo spesso strato di fango che ha ricoperto le strade provinciali già in pessime condizioni e isolato abitazioni e campagne. In mattinata si era tenuto un tavolo tecnico al Comune di Ramacca, presente il sindaco Giuseppe Limoli, il deputato regionale Giuseppe Compagnone e personale dell’Esercito della brigata “Aosta, per fare un primo punto di situazione in seguito ai danni provocati dall’ondata di maltempo che da giorni si abbatte su questa parte del territorio. L’Esercito, protagonista dei soccorsi sin dall’ ‘alba di venerdì scorso, è stato ringraziato per l’intervento a favore delle comunità locali di Scordia e Palagonia. Proprio a Scordia i militari del 62° Reggimento fanteria di Catania hanno distribuito generi di conforto alimentare ad alcuni abitanti rimasti isolati nelle proprie case a causa del fango e dei detriti che hanno reso intransitabili le strade. Per la Protezione civile regionale anche oggi resta in vigore lo stato di allerta: destano preoccupazione, infatti, le previsioni di forti venti e precipitazioni temporalesche.
Intanto, sei milioni di euro destinati dalla Regione a favore delle Province e dei Comuni che hanno subito pesanti danni dall’alluvione di questi ultimi giorni. Sono i primi provvedimenti decisi dal governo regionale, convocato d’urgenza ieri pomeriggio a Palazzo d’Orleans dal presidente Nello Musumeci, allargato ai dirigenti della Protezione civile, dell’Ambiente, della Programmazione, del Bilancio e della Struttura contro il dissesto idrogeologico. “La situazione – sottolinea il governatore – è davvero difficile e drammatica, migliaia di aziende, soprattutto agricole, sono in ginocchio. Bisogna subito dare un segnale concreto, ai sindaci ed alla
gente colpita, affinchè non si sentano soli”. In particolare, il governo ha deciso che un milione di euro, dai fondi di bilancio, sia destinato agli enti locali colpiti dalla calamità da utilizzare in lavori di somma urgenza per rimuovere le macerie e ripristinare la viabilità nelle strade di particolare interesse provinciale e comunale. Altri cinque milioni di euro serviranno per il ripristino delle infrastrutture danneggiate. Queste ultime risorse sono prelevate dal Fondo di sviluppo e coesione, attraverso la Struttura contro il dissesto idrogeologico guidata dallo stesso presidente della Regione. Gli interventi saranno coordinati dal dipartimento regionale della Protezione civile.
«Alle Province e ai Comuni alluvionati assegneremo sessanta giorni di tempo per presentare i progetti esecutivi, altrimenti perdono il finanziamento», avverte il presidente Musumeci. «Le esperienze passate ci dicono che i tempi di certa burocrazia spesso non sono compatibili con le
urgenze dettate dalle necessità della gente e del territorio. Un muro crollato, una strada dissestata non debbono rimanere per anni in quelle condizioni. Servono tempi certi. Peraltro, se gli enti locali
non dovessero avere sufficiente personale tecnico in organico, potranno benissimo procedere con l’affidamento di incarichi esterni. Nelle scorse ore ho parlato con i sindaci dei Comuni colpiti ed ho
assicurato la vicinanza della Regione. Ma dobbiamo pensare anche alle aziende danneggiate. E qui serve l’intervento urgente del governo di Roma. Per questo, abbiamo proclamato oggi stesso lo stato di calamità e chiesto al governo centrale di dichiarare l’emergenza. Se ai nostri provvedimenti aggiungiamo quelli che dovrebbero arrivare dalla Capitale, credo che avremo la possibilità di ridare un minino di serenità ai territori devastati. Certo, quanto accaduto deve farci riflettere sulla attenzione che nel passato hanno avuto le istituzioni per la tutela del territorio. Una condotta irresponsabile! Per questo tre mesi fa abbiamo istituito l’Autorità di bacino, attesa da tanti
anni: servirà a programmare e gestire gli interventi nel complesso sistema fluviale dell’Isola, del quale nessuno sembra essersi mai occupato. Nel frattempo -conclude il governatore- ho disposto delle indagini per possibili recenti omissioni da parte di alcuni funzionari e dirigenti dell’amministrazione regionale. Ma di questo non mi sento di parlare. Almeno per ora».