Maria Attanasio, la scrittora voce del singolare collettivo

Maria Attanasio, la scrittora voce del singolare collettivo

VALENCIA – Si è tenuto a Valencia il convegno internazionale “Maria Attanasio, 40 anni di Bifronte scrittura disobbediente”. Con gli occhi verdi sorridenti e ironici, quasi a dichiarare il proprio stupore e un fanciullesco piacere, Maria Attanasio apre i lavori. Irene Romera Pintor ,docente di Filologia Italiana all’Università di Valencia ,organizzatrice del Convegno, ha evidenziato che quest’evento ha permesso vari momenti di articolate riflessioni sulla vasta e importante opera di Maria Attanasio. “Scrittora” siciliana ossuta e disobbediente, voce di un  “singolare collettivo” divenuto internazionale.
Miguel Angel Cuevas, docente di italianistica dell’Università di Siviglia e ideatore del convegno, ha introdotto l’operapoetica dell’Atttanasio. Una puntuale analisi del” Testo Poetico” ha svolto Rosalba Galvagno(Universita di Catania), Giovanni Miraglia (Archivio di Stato di Catania) ne ha illustrato i temi storici e Sebastiano Burgaretta (poeta ed etnologo) ha parlato della poetessa come “madre di poeti e libertà”. Su Maria Attanasio “narratora” sono intervenuti Dario Stazzone ( presidente ” Dante Alighieri” di Catania ),Trinidad Duran (Università di Siviglia) ,Nicolò Messina (Università di Valencia) ,Giuliana Adamo (Trinity college Dublino), Giovanni Albertocchi (Università di Girona). Hanno presieduto i lavori Pintor Cecareo Calvo e Jan Carlos De Miguel ( università di Valencia.)
Il convegno, inteso come ” luogo di riflessione” sull’intera opera dell’Attanasio ha permesso di esplorare le relazioni tra poesia e musica con Cosimo Colazzo (conservatorio di Trento) che ha presentato la sua “Francisca” tratta da “Correva l’anno 1668″ .Le relazioni tra narrativa e cinema sono state ricordate attraverso il documentario che Alessandro Aiello e Giuseppe Di Maio hanno dedicato a Maria Attanasio nel 2011. La biscrittora, poeta e narratora, ha concluso i lavori parlando del suo continuo “travestirsi “ narrando, e del “ prendersi cura “ dei propri personaggi affiche’ la laro verità oscurata dalla storia , possa essere riconosciuta : rendere con le parole la vita ” a vite cancellate “ , entrare nelle crepe oscure del vissuto di “storie dimenticate”.

Margherita Francalanza

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