Rifiuti, trenta precari della Mosema restano a casa

MASCALUCIA – Nessun licenziamento, ma contratti a tempo determinato scaduti, secondo la Mosema, mentre per i lavoratori rimasti fuori si tratta di “macelleria sociale”. Entrambe le parti fanno riferimento al Decreto dignità, ma da prospettive evidentemente diverse. A fare chiarezza saranno i funzionari dell’Ispettorato del lavoro che ha convocato azienda ed ex dipendenti per il prossimo 10 dicembre. A restare inoperose sono circa 30 persone, in seguito alla scadenza del contratto il 31 ottobre. “Alcuni sono stati già reintegrati, per altre unità è previsto un nuovo bando con i criteri stabiliti per legge – precisano dalla Mosema, l’azienda consortile che effettua il servizio di raccolta dei rifiuti in alcuni comuni etnei ed anche a Taormina -, ma in numero minore rispetto all’ultima assunzione perché con i contratti appena scaduti abbiamo coperto la carenza di personale in seguito alle ferie del periodo estivo”. Ma per l’avvocato Giovanni Lotà, che rappresenta gli ex dipendenti, si tratta di “Un atteggiamento nei confronti dei lavoratori precari che danneggia intere famiglie spesso monoreddito. L’unica speranza sarebbe il Decreto dignità, ma noi riteniamo che la dignità sia comunque lottare per fare valere i propri diritti sempre, ma soprattutto quando palesemente violati. In questo caso Il Decreto legislativo 175/2016 che, all’articolo 19, prevede le modalità di assunzione e di selezione del personale nelle pubbliche amministrazioni”.

E sui disservizi che si sono verificati, proprio in occasione della diminuzione di personale, da Mosema confermano che si sono registrare criticità a Mascalucia, comune socio insieme ad Aci Bonaccorsi, Valverde, Valverde, San Gregorio e Viagrande, ma che con i doppi turni si è smaltito l’arretrato e la situazione è tornata alla normalità.

D.L.P.

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