Mineo, al Cara inizia l'operazione chiusura

Daniele Lo Porto

MINEO  –  I primi 50 partiranno domani dal Cara. Sono uomini, età media 30 anni, migranti regolari, alcuni “ricorrenti” cioè che hanno presentato appello alla prima sentenza che respinge la loro richiesta di asilo in Italia. La comunicazione al direttore del Centro accoglienza richiedenti asilo, Francesco Magnano, è arrivata ieri dalla Prefettura di Catania. Non è stato certo un fulmine a ciel sereno, perché già nei giorni scorsi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva confermato la decisione di avviare una progressiva diminuzione degli ospiti, premessa per chiudere definitivamente la struttura, e individuato anche le scadenze   dei prossimi due scaglioni da 50 unità, il 17 e il 27 febbraio.

“Attualmente abbiamo 1.256 uomini, donne, ragazzi al Cara, saranno 150 in meno da qui a fine gennaio – spiega Francesco Magnano -. Li ho incontrati per dire loro che devono cominciare ad affrontare la vita fuori da una struttura come questa: devono imparare la lingua, cercarsi un lavoro, cercare di vivere una vita quanto più normale possibile, con tutte le difficoltà che essa comporta. Guadagnare, provvedere a se stessi, avere relazioni sociali. Subiranno di sicuro un trauma, perché mediamente erano a Mineo da tre-quattro anni, con una serie di certezze e di riferimenti che, adesso, verranno a mancare. Ma questa non è certo la vita che possono fare e non è quella per cui sono venuti in Italia, affrontando mille rischi”.

I migranti regolari saranno trasferiti nei più piccoli C.A.S., Centro accoglienza speciale, comunità più piccole dove i rapporti umani e il livello di vivibilità è sicuramente superiore, ma resteranno in Sicilia. Le sedi saranno comunicate a breve dalla Prefettura che ha il costante monitoraggio della disponibilità di posti nelle varie sedi. Per il momento restano al Cara i nuclei familiari con minori, delle persone vulnerabili (che in gran parte coincidono con i titolari di protezione umanitaria). Il piano di redistribuzione sarà predisposto mensilmente.  Nelle prossime ore le cinque aziende impegnate nella fornitura dei vari servizi al Cara, dai pasti all’igiene personale, valuteranno cosa fare in relazione al numero decrescente di ospiti, come e se, quindi, proseguire la loro attività.

Dal Giornale di Sicilia

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