Monciino: “D’Agate compia scelte coraggiose! Politica unica strada per affrontare la crisi”

Monciino: “D’Agate compia scelte coraggiose! Politica unica strada per affrontare la crisi”

di Maria Francesca Greco

ADRANO – A due anni dal voto, Adrano si appresta ad affrontare il post Covid ripartendo da dove si era fermato tutto: un’amministrazione ufficialmente senza i numeri in consiglio, le voci sui futuri assessori, che il sindaco ha annunciato di voler portare da 5 a 7, e le schermaglie all’interno del consiglio comunale.

Ne abbiamo parlato con Salvo Monciino, esponente di Italia Viva e uomo vicino al Luca Sammartino e Valeria Sudano.

Il Covid-19 sembra un problema superato tanto che in città è ripresa la dialettica politica, è davvero tutto alle spalle?

“No! È tutto davanti a noi. Ci stiamo addentrando in una crisi epocale, un terremoto sociale senza precedenti, ovviamente a livello nazionale ci dobbiamo affidare a chi oggi ha in mano le sorti del Paese, noi abbiamo ben poca voce in capitolo. Ma davvero crediamo di dover solo guardare dalla finestra? Pensiamo che i territori, socialmente ed economicamente fragili, come Adrano non debbano attrezzarsi per giocare la propria partita contro la crisi più grave dei nostri tempi?
Sarà una sfida epocale, drammatica, ma sono convinto che la differenza stia sempre nella risposta che si da ad eventi di questa portata”.

Quindi c’è una ricetta per il futuro prossimo? Quale sarebbe la risposta?

“La Politica. Quella seria, quella capace di fare sintesi e immaginare un futuro, tracciandolo. Quella che mette in campo idee. Il mondo che conosciamo è stato fatto da uomini e donne che hanno sempre messo in campo delle idee, i drammi si affrontano cercando in ogni crisi le opportunità che si aprono. Adrano ha l’opportunità di riscoprire, dopo un periodo troppo lungo di nulla assoluto, la bellezza della Politica come strumento per uscire dal guado”.


Cosa intende per nulla assoluto, e come la politica può oggi essere la soluzione?

“Per troppo tempo chi fa politica è rimasto schiavo di una contrapposizione sterile, viviamo in un contesto di guelfi e ghibellini che ha coinvolto tutti, nessuno escluso. Il primo passo per uscire da questa palude invisibile è ammetterlo, comprendere che così perdiamo tutti, perde Adrano. Io faccio politica, ma non dimentico di essere un cittadino, trovo che l’autocritica sia un forte mezzo di analisi che tutti dovremmo saper utilizzare. Questa amministrazione non ha mai brillato, io sono stato tra i critici più severi, ma dobbiamo anche ammettere che è la politica cittadina ad essere avvolta da una mancanza di capacità propositiva. In città la politica non ha ne un impronta ideologica ne pragmatica, continuando così nessuno avrà più credibilità. Io credo che la prima riflessione parta da li, e da questa riflessione possa venir fuori la soluzione, che come ho detto è la Politica. C’è un soggetto per tutti deputato ad agire in tal senso: il primo cittadino”.

Al netto delle riflessioni, la politica è fatta anche di numeri che D’Agate non ha mai avuto, in queste ore si parla delle nomine di nuovi assessori annunciate dal sindaco che hanno inevitabilmente dato il via a polemiche e, pare, a movimenti. È questa la sintesi che permetterà ad Adrano di riuscire ad affrontare la crisi che lei definisce epocale?

“Ne dubito. Anzi, sono certo di no. Intendiamoci, io non sono tra quelli che si stracciano le vesti perché il sindaco annuncia la nomina prossima di altri due assessori, spogliamoci da questa ipocrisia post ideologica figlia di un populismo dilagante dove ogni cosa è scandalo, perché questo ci abitua poi a non scandalizzarci per le cose gravi. D’Agate lo aveva già detto in passato che aveva intenzione di farlo, aveva pure menzionato un partito, Forza Italia, che pure non lo aveva sostenuto. Ma ripeto, non mi scandalizzo, è nelle facoltà del sindaco decidere in tal senso ed è legittimo che lo faccia. La vera questione che tutti dovremmo porci è a cosa serve allargare senza un progetto per la città? Forse a mantenere più sicura l’amministrazione fino a fine mandato sottraendola matematicamente ad una potenziale sfiducia, che comunque non verrà mai votata. Inutile prendere in giro la gente, in consiglio si troveranno sempre i numeri per la sopravvivenza. Prevarrà tra i consiglieri sempre l’istinto di conservazione. Ed è questo il nulla ideologico e pragmatico a cui faccio riferimento. Quindi la soluzione rimane sempre la politica, se si riesce a rinsavire. Di fronte a un tragedia annunciata è responsabile continuare il navigare a vista dell’amministrazione o la contrapposizione tout court dell’opposizione? Io ritengo che in periodi eccezionali occorre avere il coraggio di compiere scelte eccezionali, controcorrente. Questa amministrazione non ha fatto bene, è pacifico. Ma oggi è più importante salvare Adrano dalle intemperie socio-economiche che rischiano di travolgere tutti indistintamente. Siamo prima di tutto Adraniti, prima che guelfi o ghibellini, bianchi o neri. Angelo D’Agate è il primo cittadino, ritengo che sia suo il compito di trovare una sintesi per il futuro di questa città richiamando alla responsabilità tutte le forze politiche, non i politicanti o i singoli consiglieri, e aprendo un confronto concreto e leale sulle ricette da mettere in campo per il futuro di questa città. Abbiamo l’opportunità di prendere il toro per le corna, di pensare ad una road map che rivoluzioni veramente questa città. Ma di tutto questo deve farsi carico la Politica, bisogna che ci sia la volontà di non soccombere aspettando la fine. D’Agate ha l’onere di essere il sindaco in una situazione di crisi senza precedenti, la trasformi in un’opportunità non per il suo mandato e la sua amministrazione ma per la Città di Adrano”

Il richiamo alla responsabilità delle forze politiche e non ai singoli consiglieri, è l’ennesima critica a quanto fatto finora?

“In verità è un’osservazione lucida di quel che è sempre successo negli anni, chi governa trova più comodo interloquire con il singolo consigliere “libero professionista” che rappresenta solo se stesso piuttosto che costruire un dialogo con una forza politica strutturata, il singolo consigliere probabilmente è più semplice da gestire, o da convincere. Ma questo vale per tutti, non è una critica a D’Agate. Ecco perché auspico un ritorno alla Politica.
Se il sindaco riuscirà a far emergere l’interesse generale poi dovranno essere le forze politiche che dovranno far richiamo a quel senso di responsabilità. Non c’è più tempo, o si compiono scelte coraggiose o si finisce col farsi davvero male”.

Ma come possono le forze politiche, trovando una sintesi, ribaltare le sorti di un destino che sembra già scritto?

“Appunto sembra, finché c’è la speranza di incidere sul futuro quella strada va perseguita. E’ quello il compito della Politica, dare prospettive, trovarle. Italia Viva è nata con questo proposito: costruire dalle idee una prospettiva per il futuro! In una situazione di crisi come quella attuale non ci salverà lo scontro tra le istituzioni, il Presidente Mattarella ha richiamato le forze politiche più volte al senso di responsabilità verso il Paese. Adrano si ritiene avulsa da questa responsabilità? Io credo che più di tutti gli adraniti possano dimostrare che uniti si esce dal guado”

Si, ma la domanda resta: come?

Mettendo in atto un nostro Recovery Plan. Immaginando il futuro. Di queste ore la notizia che l’azienda ragusana Cappello Group ha intensificato la produzione delle mascherine Drop poiché riceve ordinativi da tutto il mondo. Hanno un brevetto che permette la realizzazione di mascherine a impatto zero per l’ambiente visto che non bisogna gettarle. Ecco il territorio del ragusano lo conosco molto bene, perché non prenderlo ad esempio? Perché la nostra politica non si mette a riflettere su come attrarre investimenti nel nostro territorio? Noi abbiamo il triste primato di far scappare anche i nostri imprenditori altrove. Invertiamo questa tendenza? Bisogna che si crei un forte legame tra il mondo produttivo e la Politica, un legame che sia fatto di ascolto e proposte. Le nostre imprese si sentono distanti dalla Politica, che evidentemente non ha saputo esprimere una classe dirigente adeguata. Vogliamo continuare su questa falsa riga? Io credo che sia arrivato il momento di far saltare il banco. Questa crisi cambierà tante cose, cambiamo anche noi i nostri schemi mentali e prepariamoci a lavorare per il futuro prima che sia troppo tardi”

È D’Agate quindi ad avere il pallino in mano?

Lui è il sindaco, D’Agate ha in mano le sorti di una comunità. Ci sono altri attori in campo che sono le forze politiche. Ma è chiaro che dipende da lui. Se avrà la volontà di cercare di capire se questa città può rinascere dalla Politica e creare una sintesi che possa guardare al futuro ritengo abbia la posizione e anche l’esperienza per farlo, se invece preferirà continuare così assisteremo al solito teatrino della contrapposizione e perderemo tutti, perché perderà Adrano, e stavolta i danni saranno incalcolabili!”

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