Morto il giudice Camilleri, il ricordo nelle parole di Santino Mirabella

Morto il giudice Camilleri, il ricordo nelle parole di Santino Mirabella

Katya Maugeri

CATANIA – Aveva 57 anni il giudice e presidente di collegio della seconda sezione del Tribunale di Catania, Roberto Camilleri che oggi ha lasciato la sua famiglia, i suoi amati colleghi, gli amici. La malattia non ha dato tregua a un giudice buono, un professionista, un uomo come pochi.

Noi, vogliamo ricordarlo con le parole del giudice Santino Mirabella, suo fraterno amico.

“Caro Roberto. Anzi no, caro Camillo. Per me resterai sempre Camillo, come ti chiamo da più di 40 anni. Non so come e cosa poter dire adesso, ora che mi dicono che non ci sei più. Tutta la vita insieme è stata troppo poco, non dovevi avere fretta. Ne abbiamo passate tantissime insieme e mi hai sempre offerto un esempio di tenacia, di forza, di coraggio. Cosa ricordare ora, quale fotogramma preferire di una amicizia che è stata un regalo, in una vita così intensa? Ricordo il giorno degli esami di maturità, il vederci fuori, il festeggiare. Poi l’università, le scampagnate, le manifestazioni, le proteste a Comiso contro i missili, la morte di Giuseppe Fava. E noi sempre insieme, a prendere botte o a giocare a poker, le pizze, le risate, pur di stare assieme. E ricordo come niente mi appariva tanto, come tutto mi appariva molto, con lo slancio della vita e del pensiero, come tutto sembrava sbocciare. E ridevamo da pazzi, come se il domani fosse sempre come ieri, o come fosse solo un bellissimo volo. Poi ci ha unito la professione, la missione; e tutto trasformavi in oro, per la tensione morale, la forza e il coraggio di sempre. Tu non eri un magistrato qualsiasi. Anzi, non eri un uomo qualsiasi. A volte si congiungono fili e inaspettatamente viene fuori una persona come te, di tale levatura morale e umana. Sei sempre stato un punto di riferimento, le mie ricerche giurisprudenziali portavano la tua mano, mi aiutavi nei traslochi, eri sempre il mio Camillo. E nel lavoro hai dato sempre il massimo, anche negli ultimi anni, quando combattevi quella ingiusta malattia che non si é preoccupata di rispettare un uomo come te. Fino all’ultimo in udienza, perché credevi in quello che facevi e credevi che può esistere un mondo migliore. Ma non potrà mai esistere un mondo migliore se i migliori come te ci lasciano. Addio Roberto, e grazie. Grazie di tutto e per tutto. C’è chi dice che ci si incontrerà di nuovo dopo la vita. Non ci credevamo molto, e quindi se ci rivedremo ancora potremo prenderci in giro a vicenda scoprendo che avevamo avuto torto. Voglio però sperare che almeno per un altro minuto, anche nei sogni, io possa rivederti. C’è ancora qualcosa che voglio chiederti, c’è ancora qualcosa che voglio dirti. Aspetta, non scomparire, non avere fretta. Tutto si asciugherà. Noi siamo sempre qua”.

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