Nave Diciotti, Salvini non è un rapitore. La Procura etnea chiede l'archiviazione

 

 

 

 

CATANIA – Richiesta di archiviazione della Procura di Catania per i fatti della nave Diciotti, con l’ipotesi di reato formulata a carico del ministro dell’Interno Matteo Salvini: sequestro di persona, ai danni dei migranti costretti a restare a bordo della nave della Guardia costiera.  “Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro chiede l’archiviazione. Gioia, soddisfazione. Ma il procuratore di Agrigento perché ha indagato? Quanto è costata l’inchiesta per un reato che non esisteva? Quanti uomini sono stati impiegati? Sono innocente, potevo e dovevo bloccare gli immigrati. È una buona notizia per me, i gufi dei centri sociali saranno abbacchiati. Richiesta motivata di archiviazione”, ha commentato il diretto interessato, il ministro Salvini, in diretta su facebook. 

La richiesta della procura etnea, dopo la dichiarazione di incompetenza da parte del Tribunale dei ministri di Palermo, è una vittoria parziale sul piano giuridico  per l’esponente delle Lega, ma – forse – la vicenda non è stata gestita nel migliore dei modi sul piano pratico, tanto da provocare manifestazioni di protesta, plateali tentativi di “assalto” alla Diciotti da parte di pacifisti e affini, una rilevanza mediatica internazionale. La parola “fine” sulla vicenda, però non è stata ancora scritta. Il Tribunale dei ministri etneo (composto da tre giudici sorteggiati tra i magistrati del Distretto della Corte d’appello), infatti,  ha ancora 90 giorni di tempo per decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione del procuratore Carmelo Zuccaro. Il ministro è indagato per vari reati, tra cui quello di sequestro di persona. Il braccio di ferro del ministro Salvini è cessato quando la comunità internazionale,  tra cui Irlanda e Albania e la Chiesa italiana, hanno deciso di accogliere parte dei migranti. Molti di questi, dopo essere stati assegnati in varie strutture, già pochi giorni dopo si sono resi irreperibili.

 

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