No all'autonomia differenziata

No all'autonomia differenziata

L’autonomia differenziata è una ferita, che può risultare fatale all’economia ed alla sopravvivenza stessa delle regioni meridionali e della Sicilia in particolare. Nei fatti essa porterebbe, seppure per via costituzionale, ad una vera e propria secessione tra Nord e Sud, consentendo un ignobile ed illecito arricchimento delle Regioni settentrionali a scapito e danno di quelle del Meridione d’Italia. Avevamo paventato che questo potesse verificarsi, quando negli anni del secolo scorso combattemmo una strenua, quanto inutile, battaglia contro l’istituzione delle Regioni a statuto ordinario; adesso, rischiamo che quella sciagurata ipotesi si trasformi in realtà. Non serve neppure affermare da parte di qualcuno che con l’autonomia non ci saranno cittadini di serie A e di serie B, perché al di là delle buone intenzione (che dobbiamo e possiamo solo presumere), una feroce sperequazione si consumerà sulla pelle dei più deboli.

Vero è che tutti i cittadini sono uguali siccome prevede la Costituzione; ma, con tutta onestà, potremmo mai dire che questo dettato costituzionale abbia trovato effettivo riscontro nella realtà di ogni giorno? Credo che da parte di tutti, specie di quanti si rifanno ai sacri valori di Patria e di Unità Nazionale, sia necessaria una seria riflessione; sarebbe bene, ad esempio, che si prestasse maggiore attenzione a richiami come quello del professor Maurizio Ballistreri. Ballistreri, che è professore Diritto del Lavoro presso l’Università di Messina, il 22 novembre scorso, su un giornale on- line ha pubblicato un articolo, che conclude con un accorato appello, che faccio mio.

E’ necessario fare conoscere all’opinione pubblica questa grave prospettiva, attraverso una capillare campagna di informazione e di dibattito, raccogliendo le firme dei cittadini, realizzando una grande mobilitazione democratica, che contrastando questo modello di divisione nazionale, sia il segno di una rinnovata iniziativa per l’equità sociale a livello territoriale e la perequazione nella distribuzione delle risorse, a favore del Mezzogiorno.

Si difenderà così, anche il quadro comune dei valori della Repubblica, che segna la natura materiale e non solo giuridico-formale della nostra Carta fondamentale, che richiede, ricordando le parole di uno dei padri costituenti e insigne costituzionalista, Costantino Mortati, «un abito mentale solidarista».

Salvo La Porta (già Sindaco di Leonforte, Consigliere provinciale di Enna ed aderente all’Associazione Europa Nazione)

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