AUGUSTA E’ stato davvero un pomeriggio particolare: dopo la proiezione del docufilm e le dichiarazioni dei detenuti, nell’ampio salone dell’Istituto, c’è stato anche il dibattito con i reclusi dell’ “alta sicurezza” e con tutti i presenti invitati all’evento. “Spes contra spem” è stato l’ultimo messaggio dello straordinario uomo politico Marco Pannella “ il quale ci continua a dire dopo averci lasciato che non basta “avere speranza”, bisogna “essere speranza”, cioè protagonisti dell’azione e del cambiamento. E i detenuti dell’Istituto penitenziario di Agusta sono stati davvero i protagonisti dell’evento. Sono stati “la speranza contro ogni speranza, “Spes contra spem, liberi dentro”. Del resto, una società può dirsi veramente civile solo quando le persone credono e professano i valori fondamentali che appartengono all’esistenza dell’uomo e quando viene loro consentita la pacifica e gradevole convivenza in stato di uguaglianza e di pari opportunità fra tutti gli uomini di quel Paese. E di questo concetto tutti i detenuti dell’Istituto sono consapevoli e pronti ad operare in tal senso. Infatti, molti di loro sono pedagogicamente intervenuti al dibattito che si è sviluppato dopo la visione del filmato “ Spes contra spem, liberi dentro”. Al prestigioso evento penitenziario erano presenti oltre a tutto lo straordinario e laborioso personale pedagogico dell’Istituto con a capo il direttore Antonio Gelardi, la vice direttrice del Penitenziario, la dirigente Emilia Spucches, Cesira Rinaldi, gli ospiti Giammarco Ciccarelli segretario del Partito Radicale di Catania, Sergio D’Elia, Maria Brucale, il docente di Diritto penale Salvatore Aleo, l’avvocato Luca Mirone della Camera penale di Catania, la dottoressa Elisabetta Zamparutti, la psicoterapeuta Simona Macaudo. Tutti i presenti, ma soprattutto i detenuti, erano entusiasti nel dichiarare la propria condivisione pedagogica all’evento ed hanno affrontato magistralmente la “conversazione” sulla questione atavica del carcere e della libertà. Si è discusso a lungo sulla depenalizzazione, sull’affollamento degli Istituti penitenziari in Italia, sulla limitazione della custodia cautelare in carcere e sul potenziamento oltre che delle misure alternative alla detenzione, sulla riforma del Codice penale e Penitenziario di cui si parla da oltre venti anni e non si è ancora realizzato nulla. Infatti al contrario di alcuni Paesi europei, in Italia, non si è ancora avuta la depenalizzazione di alcuni reati, la limitazione della custodia cautelare in carcere, il potenziamento delle misure alternative alla detenzione, la civiltà della detenzione. Il docufim basato soprattutto sull’ergastolo ostativo “Fine pena mai” fa vivere ai detenuti il carcere non più per “scontare” la pena e quindi avere la possibilità di una risocializzazione all’esterno tramite le misure alternative alla detenzione come stabilito dall’ordinamento penitenziario ottenendo il ricongiungimento con i propri familiari, ma come una vera e propria “pena di morte che scontano da vivi”, un ergastolo ostativo che non consente di avere dei benefici quali i permessi premio, la semilibertà, l’affidamento in prova al servizio sociale, la liberazione condizionale. Durante il lungo pomeriggio si è potuto constatare che all’interno dell’Istituto esiste un rapporto positivo e pedagogico tra tutto il personale e i detenuti e che questo ha già portato e continuerà a portare buoni frutti sia ai detenuti che all’istituzione. Presto così come lei stessa ha dichiarato tornerà ad Augusta l’on. Rita Bernardini per continuare il dibattito con i detenut.
Lucia Brischetto
Foto di Peppe Tringali