Olivetti e la Toyota. Quando Umanesimo e Complessità si fanno impresa


 
 
 
 
 
 

CATANIA – La sinestesia, nella critica letteraria, è una associazione espressiva tra due termini pertinenti due diverse sfere sensoriali. Così, ad esempio, una parola calda o un silenzio verde sono tipicamente delle sinestesie. Anche nel mondo dell’impresa, ci sono sinestesie. Quelle olivettiane, suggerite da SattvaFilms e dal Focus Adriano Olivetti all’interno di un convegno che si terrà nei prossimi giorni a Messina, sono associazioni espressive fra l’uomo e la macchina, fra le persone e le tecnologie, non necessariamente antagonisti fra loro ma che, all’interno di una impresa, possono diventare un unico momento di gestione della complessità. Il pensiero di Adriano Olivetti, l’imprenditore illuminato che diede vita ad una grande esperienza imprenditoriale nel Paese nella prima metà del secolo scorso, torna quanto mai di attualità. Per l’ingegnere di Ivrea le imprese erano un punto nodale del sistema della complessità e quindi la mancanza in esse di cultura e di etica originava l’insostenibilità ecologico-sociale dell’economia capitalistica. In altre parole, senza cultura ed etica, le imprese si trasformavano presto in un macchine generatrici di profitto senza scrupoli e spesso senza rispetto per le persone. Nella sua “fabbrica” Olivetti riconobbe invece quelle che oggi definiremmo le dinamiche della società della conoscenza e le organizzava con valori umanistici in un modello di comunità concreta aperta al territorio. La felice esperienza di Olivetti, premonitrice dei cambiamenti epocali cui è andata incontro la società capitalistica sempre più deterioratasi, è ripetibile? Se non sempre ciò accade in Italia, altrove pare di sì. Ad esempio, alla Toyota hanno sperimentato sin dalla nascita un modello originale di “autonomazione”, una contrazione fra i termini autonomia e automazione, che èdiventato presto un nuovo concetto della moderna industria manifatturiera per sottolineare l’integrazione fra l’uomo e le macchine, oggi sempre più tecnologiche e robotizzate. Questa integrazione, che vale per ogni realtà imprenditoriale e dunque anche per le start up innovative, è la strada con cui la Toyota si è sviluppata, passando da una piccola realtà locale giapponese ad uno dei più grandi ed importanti colossi dell’industria automobilistica mondiale. In un periodo in cui la cosiddetta Industria 4.0, che l’Italia ha recentemente fatto propria con il Piano Calenda, si propone come una nuova rivoluzione industriale con diverse tecnologie abilitanti, tra cui in primis la robotizzazione, quale sarà il ruolo delle risorse umane? Ci saranno nuove opportunità per lo sviluppo dei territori? Di questo e di altri temi connessi ad un nuovo umanesimo d’impresa e alla gestione della complessità si discuterà domani giovedì 4 maggio, dalle 12 alle 14, nell’Aula Magna di Palazzo Fortuna al Dipartimento Economia e Impresa (corso delle Province 36, Catania) nel corso del seminario “La Toyota Way al tempo della Rivoluzione 4.0” organizzato dal corso di laurea in Economia Aziendale unitamente a Focus Adriano Olivetti di cui è promotrice anche per la IV edizione la SattvaFilms di Michele Fasano. Il Focus Adriano Olivetti si terrà a Messina il 5 e il 6 maggio con gli interventi, fra gli altri, di Stefano Zamagni, Bruno Lamborghini, Marco Vitale, Giorgio Prodi e Gaetano Giunta.

Saro Faraci

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