
Tra le tante piste aperte nel caso di Daphne Galizia, la giornalista uccisa a Malta, una delle più credibili riguarda il contrabbando di carburante tra Libia e Italia, quello al centro dell’inchiesta “Dirty Oil” della procura di Catania.
La Fondazione La città invisibile, in rappresentanza di un folto numero di attivisti e cittadini comuni, facendo seguito alla manifestazione di protesta davanti al Consolato di Malta di Catania, del 21 scorso, ha lanciato una petizione che riporta le seguenti istanze:
- CHIEDIAMO ALL’EUROPA D’ISTITUIRE UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA CHE AFFIANCHI MALTA NELLE INDAGINI SU QUESTO ORRIBILE ATTO EVERSIVO.
- CHIEDIAMO AL GOVERNO ITALIANO DI FAR INTERVENIRE LA COMMISSIONE ANTICORRUZIONE PERCHE’ VALUTI IL RISULTATO DELLE INCHIESTE DELLA CARUANA GALIZIA SULLA TAP, E NELLE MORE, DI BLOCCARE I LAVORI TAP IN SALENTO.
- CHIEDIAMO DI RAFFORZARE LE MISURE DI TUTELA DEI GIORNALISTI ESPOSTI NELLE INCHIESTE ANTICORRUZIONE E ANTIMAFIA.
La Fondazione invita i politici italiani ad occuparsi seriamente della grave situazione che tocca il nostro Paese in rapporto alla brutale esecuzione mafiosa con cui è stata uccisa una libera giornalista. Non si perda in beghe di partito, in polemiche dell’antimafia politicizzata che hanno solo l’effetto di depistare e creare distorsioni prive di senso. Si intervenga in merito alle gravi denunce pubblicate su L’Espresso da Daphne Caruana Galizia, che ha messo in luce intrecci affaristici tra il governo dell’Azerbaijan e l’Italia nella costruzione del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline, un gasdotto che collegherà l’Italia e la Grecia passando per l’Albania, consentendo l’afflusso di gas naturale proveniente dal Medio Oriente, dal Caucaso e dall’area del Mar Caspio) col suo giro di appalti e profitti miliardari e lo scempio ambientale che esso comporta in Salento nella terra degli ulivi. Daniele Lo Porto, segretario provinciale Assostampa Catania e noi di Sicilia Network abbiamo aderito all’iniziativa e firmato.