Omicidio Giordana, ricorso in Cassazione inammissibile: confermati 30 anni per Antonio Luca Priolo

Omicidio Giordana, ricorso in Cassazione inammissibile: confermati 30 anni per Antonio Luca Priolo

di Katya Maugeri

CATANIA – «Dopo quattro anni di lotta nel restituire la dignità a Giordana, oggi finalmente le menzogne di Antonio Luca Priolo sono state affogate dalla sua cattiveria, da quell’aggravante della crudeltà che lo caratterizza». Quarantotto coltellate che ancora bruciano in una ferita mai rimarginata, in quell’ergastolo di dolore che una madre dovrà scontare.
Le parole di Vera Squatrito, durante l’intervista rilasciata a Sicilia Network, sono severe e intrise di dolore. Incolmabile, nonostante la Corte suprema di Cassazione abbia confermato i trent’anni per l’assassinio di Giordana. Anche il pg Roberta Maria Barberini, infatti, al termine della requisitoria davanti ai giudici della prima Sezione penale della Suprema corte aveva chiesto di rigettare il ricorso presentato dalla difesa di Priolo. Lo scorso gennaio i giudici della terza sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania avevano confermato la condanna a trent’anni di carcere per Priolo. La sentenza di primo grado era stata emessa il 7 novembre del 2017 a conclusione del processo con rito abbreviato .

Antonio Luca Priolo il 6 ottobre del 2015 ha ucciso con 48 coltellate a Nicolosi, Giordana Di Stefano, 20 anni, con la quale aveva avuto una bambina. Giordana è stata uccisa il giorno prima dell’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio riguardante la denuncia per stalking. Il procedimento era stato avviato dopo che Priolo era entrato da una finestra a casa della ragazza. Lui si era difeso dall’accusa sostenendo di essere entrato perché aveva visto un’auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza. «Denigrare e offendere la memoria di mia figlia – continua la Squatrito – affermando che Giordana fosse una ragazza dai facili costumi, una bugiarda, una manipolatrice non è servito al “povero killer”. Un killer, Priolo che ha commesso un gesto disumano. La giustizia, non posso negarlo, ha dato rispetto e valore alla vita di Giordana. Da domani si lotterà affinché Antonio Luca Priolo possa scontare totalmente la sua pena».

Resta una battaglia da combattere contro l’indifferenza e la superficialità che spesso sminuisce quei campanelli d’allarme che molte donne lanciano attraverso dei messaggi, Vera Squatrito ribadisce che nei giorni che le restano da vivere – sebbene senza la sua Giordana – ha una grandissima responsabilità nei confronti dei giovani e della sua piccola Asia, figlia di Giordana. «Devo salvare Asia dall’ombra dell’assassino – dice commossa – deve poter realizzare i suoi sogni, almeno lei, merita di diventare una donna forte e felice».

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