|Katya Maugeri|
CATANIA – Nessuna attenuante per Roberto Russo, il padre omicida, che uccise la piccola Laura colpendola nel sonno, la Corte d’assise del tribunale di Catania infatti lo condanna alla pena dell’ergastolo. Pena richiesta la scorsa udienza dal pubblico ministero Agata Santonocito e ribadita anche stamattina per l’uomo che durante la notte del 22 agosto del 2014 nella sua abitazione a San Giovanni La Punta, con due grossi coltelli da cucina colpì le figlie di 12 e 14 anni. Entrambe dormivano nel letto del padre. La più piccola, ferita gravemente, morirà poco dopo all’ospedale Cannizzaro di Catania. La quattordicenne si salverà dopo un delicato intervento chirurgico. Dopo aver colpito le figlie, Roberto Russo cercò di uccidersi, un tentativo di suicidio che il legale della Zizzo, Giuseppe Lo Faro, vede come un tentativo di sottrarsi alle inevitabili conseguenze, ma davanti al gip l’uomo dichiarò di aver agito per punire la moglie che aveva chiesto la separazione. Nel corso del processo Roberto Russo ha più volte dichiarato di non ricordare nulla, di non essere in sé mentre colpiva le due figlie, ma sottoposto a due perizie psichiatriche, l’uomo, è stato considerato perfettamente capace di intendere e di volere.
Roberto Russo, quindi, dovrà scontare il carcere a vita con isolamento diurno per quattro mesi e la perdita della potestà genitoriale.
“Siamo soddisfatti, è la notizia che aspettavamo – dichiara Giovanna Zizzo, madre di Laura Russo durante l’intervista a Sicilia Network – giustizia è stata fatta anche se nessuno potrà far tornare tra le mie braccia Laura”, un tono orgoglioso il suo, che da anni lotta senza sosta per ottenere giustizia.
“Il suo sguardo, oggi, faceva atterrire: sembrava quasi volesse sfidarci – continua la Zizzo parlando di Russo – nessun pentimento, nessun segno di umanità. Io e miei figli avevamo di fronte un estraneo. E continua “Io, personalmente, continuerò la battaglia intrapresa affinché venga garantita la giusta pena agli autori di crimini così efferati”.
“Non si può essere felici né si può gioire dinanzi a pronunciamenti giudiziari involgenti vicende tragiche che impongono la pena dell’ergastolo – dichiara l’avvocato Giuseppe Lo Faro – epperò, la sentenza costituisce l’inevitabile approdo di un’articolata istruttoria che, pure in forza di doppia perizia psichiatrica, ha consentito di compiere definitiva chiarezza sui motivi di un’azione delittuosa meditata, pianificata e attuata, dal principio alla fine, con lucida determinazione e ostinata risoluzione”.