La Cassazione ha confermato la condanna per Veronica Panarello,: trent’anni di carcere per l’omicidio del figlio Loris Stival, trovato morto in un canalone a Santa Croce Camerina, il 29 novembre 2014. È quanto ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Adriano Iasillo, che ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputata, attualmente detenuta a Torino. La decisione della Corte è giunta dopo diverse ore di camera di consiglio. Il sostituto pg di Cassazione Roberta Maria Barberini aveva già sollecitato la conferma della sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d’assise d’appello di Catania nel luglio dello scorso anno. La vicenda giudiziaria per Veronica Panarello non si esaurirà comunque con la sentenza della Cassazione sul delitto e sull’occultamento di cadavere del bambino. Nei suoi confronti, infatti, sono pendenti altri due processi.
Veronica Panarello era stata condannata a 30 anni, già in primo grado, dal gup di Ragusa per l’omicidio e l’occultamento di cadavere del figlioletto, del quale denunciò la scomparsa il 29 novembre 2014 e che venne ritrovato morto dopo qualche ora in un canale. «Finalmente è finita», ha dichiarato Davide Stival, padre di Loris, al telefono con il suo legale, l’avvocato Daniele Scrofani. «La Giustizia oggi – ha commentato l’avvocato- mette un punto definitivo su questa tragica e drammatica vicenda: è stata la madre a uccidere Loris. Adesso bisogna pensare al futuro». «Ce lo aspettavamo, se avremo elementi per la revisione faremo istanza», ha detto invece l’avvocato Francesco Villardita, difensore della donna.
Veronica Panarello, il 26 novembre dovrà presentarsi davanti il Tribunale di Ragusa per calunnia nei confronti dell’ex suocero Andrea Stival, che ha accusato di essere l’autore materiale del delitto: avrebbe ucciso il nipote, è la sua ultima ricostruzione, perché Loris voleva rivelare al padre di una presunta relazione tra il nonno e la madre. E il 24 gennaio prossimo, davanti al Tribunale monocratico di Catania, inizierà il processo per le minacce di morte che la Panarello ha rivolto all’ex suocero a conclusione della lettura della sentenza con cui la Corte d’assise d’appello di Catania confermava quella di primo grado emessa dal Gup di Ragusa per il delitto commesso il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina:
“Sei contento? Sai cosa ti dico – urlava la donna- prega Dio che ti trovo morto perché altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco”.
