Ong e naufraghi: tra diritto internazionale, difesa dei confini e umanità

Ong e naufraghi: tra diritto internazionale, difesa dei confini e umanità

CATANIA – Il blocco imposto alle navi delle ong da una parte e l’obbligo di salvare i naufraghi dall’altro, il Diritto internazionale e le varie Convenzioni da conciliare con il diritto nazionale. Il caso di questi giorni della Open Arms ha evidenziato limiti e contraddizioni. Abbiamo chiesto al professore Rosario Sapienza, ordinario di Diritto internazionale nell’Università di Catania, di analizzare alcuni punti.

Diritto internazionale e Diritto nazionale, cioè il Decreto sicurezza bis. Quali sono i punti di contrasto e quale interesse o diritto prevale sull’altro? Su quali aspetti pratici interviene la sentenza del Tar Lazio?

“Il Decreto sicurezza criminalizza nella sostanza il soccorso in mare, oggetto invece di un vero e proprio obbligo nel Diritto internazionale. Ora, venendo alla questione della Open Arms, un’antica norma consuetudinaria del Diritto del mare permette alle navi straniere di accedere al mare territoriale (entro 12 miglia marine dalla costa) purché questo attraversamento non sia offensivo, ossia dannoso per gli interessi dello Stato costiero o in violazione delle sue leggi. Gli Stati costieri possono impedire l’ingresso nelle proprie acque territoriali a delle navi quando ritengono che il loro passaggio non sia inoffensivo e possono anche adottare leggi nelle quali stabiliscono cosa considerano offensivo (articolo 21 della Convenzione di Montego Bay sul diritto internazionale del mare). La decisione del Tar in poche parole ha decisamente escluso che nel caso della Open Arms potesse parlarsi di passaggio offensivo”.

È lecito chiudere i porti alle navi delle ong mentre i barchini continuano ad arrivare regolarmente fin dentro il porto di Lampedusa, senza alcuna azione di contrasto? Qual è la differenza tra i due casi?

“Le ong sono oggetto di particolare attenzione ad opera delle autorità italiane (fin dai tempi del Codice di condotta del ministro Minniti) perché sospettate (secondo me invero senza fondamento) di una sistematica promozione e agevolazione dei movimenti migratori nel Mediterraneo”.

I migranti che si sono lanciati in mare dalla Open Arms sono diventati in acqua dei “semplici” naufraghi con il conseguente obbligo da parte del personale della Guardia costiera o di altre unità navali italiane di soccorrerli e portarli a terra. E’ una sorta di escamotage per superare individualmente il blocco opposto alla nave dell’ong? Può essere addebitata al personale a bordo dell’Open Arms qualche eventuale responsabilità?

 “L’articolo 98 della Convenzione di Montego Bay impone di soccorrere chiunque si trovi in mare in condizioni di pericolo. Non vedo profili di responsabilità dell’equipaggio”.

Professore Sapienza, qual è la differenza giuridica tra minori non accompagnati e maggiorenni’ Perché ai primi viene consentito di sbarcare e agli altri no?

“I minori stranieri non accompagnati sono oggetto di una speciale protezione in quanto minori, stabilita dal Diritto internazionale, dal Diritto dell’Unione europea ed anche dal Diritto nazionale italiano.

Le navi ong che battono bandiera straniera mantengono la extraterritorialità? Hanno l’obbligo di far salire a bordo personale militare, in questo caso italiano, o possono opporsi?

“Extraterritorialità non vuol dire immunità e dunque sono sempre possibili controlli da parte di personale militare. Questi controlli però si possono svolgere nell’esercizio di poteri che hanno ampiezza diversa a seconda della zona di mare in cui ci si trova. Sono assai ampi nel mare territoriale (entro le 12 miglia marine dalla costa) e meno ampi nelle altre zone marittime”.

Come si riesce a conciliare nei casi simili a quello dell’Open Arms il rispetto del diritto internazionale e nazionale con l’aspetto etico?

“Non credo sussista un problema di coordinamento, perché il Diritto internazionale in questi casi ha un alto contenuto etico. Riconosce agli Stati il diritto di difendere le proprie frontiere, ma non fino al punto di violare gli elementari principi di umanità”.

(dal Giornale di Sicilia)

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