Per un avvocato catanese ordinanza di custodia cautelare per bancarotta fraudolenta aggravata

TORINO – Anche un avvocato civilista catanese tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di finanza di Torino  emesse dal Tribunale di Torino nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata in relazione al fallimento di una fonderia di Trezzano sul Naviglio,  in provincia di Milano.  Si tratta di Mariolino Leonardi, del foro di Catania, indagato nell’ambito  dell’inchiesta insieme a tre imprenditori di Pavia, Milano e Novara e ad un consulente fiscale di Crema.  Il legale avrebbe avuto  un ruolo centrale nell’organizzazione della bancarotta fraudolenta. Il professionista è stato sospeso per 12 mesi dall’attività professionale e si trova ora agli arresti domiciliari. Il patrimonio oggetto della bancarotta fraudolenta supera i due milioni di euro.
L’indagine è partita dal fallimento della fonderia milanese, dichiarata insolvente nell’agosto 2017 dal Tribunale di Torino, competente a emettere la sentenza in relazione al trasferimento di sede della società nel capoluogo piemontese. Sulla base delle prime ricostruzioni investigative è stato rilevato come l’amministratore della società fallita, ora in carcere, consapevole dello stato d’insolvenza, aveva architettato un complesso schema di cessioni dei beni aziendali per distrarli dal patrimonio societario, impedire le azioni di recupero dei creditori e del curatore e al tempo stesso mantenerne la disponibilità, destinandoli a imprese intestate a suoi prestanome.

Secondo le ipotesi d’accusa, il meccanismo fraudolento è stato reso possibile grazie all’opera, non solo di “consulenza”, dei due professionisti coinvolti; uno è infatti subentrato nel ruolo di amministratore e poi liquidatore della azienda fallita, mentre l’altro si è prestato a figurare come amministratore di una di due società croate, utilizzate per acquistare fittiziamente i beni aziendali della fonderia (che di fatto non venivano mossi dalla sede di Trezzano sul Naviglio), e interporsi con altre aziende nazionali collegate ai responsabili, secondo quanto è stato ricostruito dagli investigatori della Guardia di finanza

 
 

 
 

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