Petrone come Rigoli. Pulvirenti terzo tecnico rossazzurro

Petrone come Rigoli. Pulvirenti terzo tecnico rossazzurro

di Daniele Lo Porto

CATANIA –  “Avevo preparato la gara di domenica come se fosse quella della vita. L’ho perso e vado via. Come senso di responsabilità ho fatto questo gesto, per il bene di tutti, della società, della squadra, dell’ambiente. Io sono così, per me il senso di responsabilità prevale su tutto. Io non sono una persona calcolatrice – spiega a Itasportpress Mario Petrone, ormai ex tecnico del Catania, a poche ora dalla sua clamorosa decisione -. Una partita preparata bene non si può perdere così. Ho allenato un gruppo di bravi ragazzi che andrà ai play-off, ne sono certo, ma serviva una scossa. Dopo la partita contro il Messina non ti aspetti una gara del genere contro il Melfi. Da parte mia era forte la volontà di fare un gesto significativo, di responsabilità per il bene di tutti. Lo Monaco ha cercato fino all’ultimo di trattenermi, poi ha capito a malincuore la mia scelta. La partita con il Melfi, lo dico senza problemi, mi ha segnato molto, l’ho detto al direttore e alla squadra. Ho rinunciato a un contratto fino al 2018, ma l’ho fatto, ripeto, per il bene del gruppo e della società”.

Dall’esaltazione dopo la vittoria in trasferta a Messina alla crisi di nervi per la sconfitta, al Massimino, contro l’ultima in classifica. Un fulmine a ciel sereno per certi versi,  la conseguenza traumatica di una prestazione e di una sconfitta incomprensibile e ingiustificabile della squadra domenica scorsa. Mario Petrone lascia la panchina a distanza di un giorno dal “chiarimento” nello spogliatoio con la squadra. Appena tre partite, una vittoria, un pareggio e una sconfitta, sono bastate per dirsi addio, per concludere un ciclo che doveva portare il Catania nella posizioni alte dei play off , mentre, invece, gli etnei  sono precipitati al decimo posto. Ma al di là della sconfitta, la seconda stagionale mal Massimino, ma non certo frutto della sfortuna come accadde contro l’Akragas all’andata, a rendere traumatica la rottura tra società e tecnico potrebbe essere stata la mancata “scossa” che Pietro Lo Monaco per primo pensava di dare all’ambiente. “Petrone aveva raccolto poco nelle partite in cui è stato in panchina. Ha preferito dimettersi e adesso darò spazio a Pulvirenti che dal Lecce in poi si occuperà della prima squadra”, ha dichiarato Lo Monaco. Il trend è rimasto quello della gestione Rigoli. Squadra incapace di dare continuità alle proprie prestazioni e di mostrare quello spirito combattivo che deve contraddistinguere una formazione sicuramente valida dal punto di vista tecnico, ma evidentemente incapace di concretizzare il proprio potenziale in punti per limiti caratteriali.

La squadra è stata già affidata a Giovanni Pulvirenti, responsabile della Berretti, tecnico apprezzato in queste ultime stagioni perché ha portato a livelli di grande qualità le formazioni maggiore del settore giovanile etneo. Ieri Pulvirenti ha diretto il primo allenamento in un’atmosfera surreale, se rapportato ad appena una settimana fa dopo la sifda vinta contro il Messina.
A lui il compito di gestire una situazione difficile non solo sul piano squisitamente sportivo ma, soprattutto, su quello umano di un gruppo che rischia di sfaldarsi proprio nella fase più importante della stagione, quando cioè bisognava prepararsi al rush finale e, soprattutto, capitalizzare gli sforzi economici non indifferenti affrontati dalla società nel mercato di gennaio. Ma sarà l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco a spiegare oggi gli  eventuali retroscena delle seconde clamorose dimissioni  in appena un mese del secondo allenatore del Catania.

Nella foto di calciocatania.it Giovanni Pulvirenti

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