Pipino il breve nella cappella bizantina

Pipino il breve nella cappella bizantina

CATANIA – Il tormentato matrimonio di Pipino di Francia e Berta d’Ungheria e la nascita di Carlo Magno, raccontato nel sesto libro de I Reali di Francia di Andrea da Barberino, è patrimonio comune del repertorio di tutti i pupari siciliani. A queste vicende, che furono scelte da Tony Cucchiara sul finire degli anni Settanta per l’elaborazione del famosissimo musical è dedicato il nuovo appuntamento di venerdì 27 dicembre, alle ore 18 all’interno di Pietre che parlano, la rassegna teatrale ideata da Orazio Torrisi, fortemente voluta da Salvatore Bonajuto e realizzata in collaborazione con l’Associazione Città Teatro, che si svolge all’interno della Cappella Bonajuto e che punta sulla formula del matinèe seguito da aperitivo.
Al centro dello spettacolo, con la partecipazione straordinaria di Tuccio Musumeci e l’accompagnamento musicale del polistrumentista Alessandro Pizzimento, ci sarà la Marionettistica dei Fratelli Napoli, storica compagnia di pupari catanesi, che per il musical di Tony Cucchiara realizzava corone, armature e mantelli, segnando così fin dall’inizio il naturale convergere dei due universi teatrali, quello del musical e quello dell’Opira catanese, verso il progetto qui delineato: un riallestimento del Pipino che veda in scena insieme agli attori i pupi e i pupari della premiata compagnia catanese.

“Il riadattamento del lavoro – spiega Alessandro Napoli – , nel rispetto dello spirito e dell’atmosfera del musical, intende dare spazio alle modalità di rappresentazione con cui la vicenda di Pipino e dei suoi antagonisti magonzesi veniva raccontata all’Opera dei Pupi, marcando da un lato la fedele lealtà alla corona dei baroni francesi e dall’altro la sleale perfidia dei traditori di Magonza. In questa direzione punto focale delle vicende rappresentate coi pupi sarà la gran battaglia finale nella quale i baroni e il popolo di Parigi costringeranno i traditori alla fuga. Due codici teatrali a confronto per raccontare, ciascuno coi suoi specifici linguaggi, una vicenda antica, che trova la sua armonica coerenza di stile nel paradigma di scenografia e costumi imposti dalla tradizione pupara. A dialogare con l’irresistibile Pipino troveremo in scena anche Peppininu, la maschera del teatro dei pupi catanese, che abbiamo scelto come guida ideale per questo rinnovato abbraccio fra tradizione dell’Opira e musical contemporaneo”.

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