Carlo Barbieri
Apprendo dall’ ANSA che entra nel vivo il processo sulle firme false presentate dal M5S alle comunali palermitane del 2012.
Quattordici imputati tra deputati regionali e nazionali
del movimento, attivisti e un cancelliere del tribunale, accusati a vario titolo della violazione del testo unico regionale in materia di elezioni. Su 2000 sottoscrittori interrogati, ben 1104 hanno disconosciuto le firme loro attribuite.
La notizia non mi sorprende, dal momento che una mia parente stretta è una delle 1104 che ha disconosciuto la firma. L’ho accompagnata personalmente alla DIGOS, dove ha reso la dichiarazione.
Da un pezzo mi dichiaro Orfano Politico, perché non riesco più a trovare una formazione politica con la quale identifcarmi. Quando è nato il M5S ho sperato di averla finalmente trovata e, essendo un movimento così giovane, ho deciso di dargli fiducia progressivamente, “a piccoli passi”. E ho votato M5S al mio Municipio (Circoscrizione) di Roma. Ho partecipato alla prima riunione pubblica, ho incontrato il presidente, gli ho presentato una serie di cose su cui la gestione precedente non aveva fatto niente: roba spicciola ma importante, come una rotonda pericolosa perché priva di segnaletica, mezzi di commercianti che parcheggiano nei giorni di mercatino per otto ore di fila sugli scivoli per disabili senza che i Vigili intervengano, e così via. Lamentele documentate, inviate ai VV.UU. per fax e protocollate, sulle quale avrebbe potuto intervenire subito. E invece la rotonda è sempre senza segnaletica, e i mezzi dei commercianti continuano a parcheggiare sugli scivoli. Il secondo colpo alle mie speranze pentastellate me l’ha dato il citato episodio delle firme false, per il quale
non si può parlare di “mela marcia”: qui sembra ci sia di mezzo un intero frutteto
Altro che “Onestà, onestà”. Il terzo, una intervista di Belpietro a Fico in TV. Quando Belpietro gli chiese “Ma il movimento è favorevole o contrario all’Euro” io e mia moglie, a cui Belpietro sta cordialmente antipatico per quel sorrisino-rictus sfottente sempre incollato agli angoli delle labbra, facemmo il tifo per il grillino. Ma Fico se ne uscì con un’accozzaglia di frasi prive di significato che ci lasciarono a bocca aperta. Belpietro lo incalzò – “Sì ma io le ho chiesto se il Movimento è favorevole o contrario all’Euro” – e Fico ricominciò con una lunga non-risposta. Finalmente, messo all’angolo, dichiarò “Sull’euro chiederemo al Web”.
Al Weeeb?
Ma come, io che, per studi fatti ed esperienze maturate, dovrei capirci qualcosa, sull’argomento ho ancora qualche dubbio e tu chiedi al Web? Come se si trattasse di una nomination al Grande Fratello o all’Isola dei Famosi?
Questa non sarebbe democrazia, ma il suicidio della democrazia.
Perché la democrazia non significa “governo faidate”
Significa delegare liberamente persone che porteranno avanti le scelte di governo basandosi su principi condivisi. Se per esempio io sono pro-immigrazione, voterò chi la pensa come me, e poi starò a monitorare se porta avanti le mie idee. Ma ci sono aree così specialistiche, che se ci mettessimo le mani direttamente combineremmo sicuramente guai. E più specialistico è l’argomento, più dobbiamo fare attenzione a scegliere qualcuno che ci convince, questo sì; “fidandosi, ma a occhi aperti”. Ma alla fine bisogna delegare l’esperto.
Vorrei vedere la faccia di Grillo, o di Di Maio o di Fico o di qualsiasi grillino se, steso sul tavolo operatorio, sentisse il chirurgo che sta per operarlo dire “Incido qui o qui? Chiediamo al web”.
Io dico che si strapperebbe le flebo e scapperebbe via.
Cari miei, rimango Orfano Politico. Ma voterò. Sarà più difficile del solito, ma lo farò. Probabilmente voterò per chi mi promette meno, perché offende la mia intelligenza meno degli altri.
E se mi troverete morto soffocato dentro la cabina elettorale è perché mi sarò turato il naso troppo a lungo.
Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, Metro News, Ultima Voce e Malgrado Tutto, testata a cui hanno collaborato Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha pubblicato fra l’altro le raccolte di racconti “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non” e “Uno sì e Uno no” (D. Flaccovio Editore); i gialli “La pietra al collo” (ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco 2015), ambedue con Todaro Editore ; “Il marchio sulle labbra” (premiato al Giallo Garda), “Assassinio alla Targa Florio” e “La difesa del bufalo, tutti e tre con D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati al Premio Internazionale Città di Cattolica, al Premio di letteratura umoristica Umberto Domina, al Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.