Daniele Lo Porto
CATANIA – Prima seduta, con colpi di scena, per il Consiglio comunale di Catania, che si è insediato in una data inconsueta, dopo ferragosto, durante le festività agatine estive, a causa del ritardo con il quale sono stati proclamati i nuovi 36, e non 45, rappresentanti della città. Al netto delle formalità di rito, sono emersi alcuni dati politici interessanti. La corsa verso la poltrona di presidente del Consiglio comunale è stata vinto da Giuseppe Castiglione, con 22 voti su 36 votanti. Sei le schede bianche, cinque le schede nulle, tre voti per il consigliere Nino Penna di #diventeràbellissima.
E’ rimasto fermo ai blocchi di partenza Manfredi Zammataro, avvocato, già in passato consigliere comunale, esponente di #diventeràbellissima, il movimento del presidente della Regione Nello Musumeci. La maggioranza ha, infatti, deciso di convergere sull’autonomista Castiglione, già consigliere provinciale e riconfermato a Palazzo degli elefanti, uomo di punta di Raffaele Lombardo. Trentanove anni, da giovanissimo in politica, figlio d’arte di Santo Castiglione, ex uomo di destra al Consiglio provinciale, poi convertitosi alla dottrina autonomista di Lombardo, durante la gestione dell’assessorato comunale ai Lavori pubblici e poi presidente dell’Autorità portuale. L’elezione del giovane Castiglione “compenserebbe” la minore presenza degli autonomisti nella Giunta Pogliese. Per la carica di vice presidente vicario, alla quale si era dichiarato non disponibile Zammataro dopo la “bocciatura” allo scranno più alto, è stato eletto con 20 voti su 35 presenti, alla seconda votazione, Carmelo Nicotra, ex di Fratelli d’Italia confluito nella lista In campo con Pogliese. L’altra vice presidenza, per accordi politici tra maggioranza e opposizione, doveva essere assegnata a un esponente della minoranza, scelta caduta sul “senatore” del Consiglio comunale: Lanfranco Zappalà del Pd, eletto ininterrottamente a Palazzo degli elefanti dal 1993, quasi un record. Per lui 19 voti e la conseguente prima “spaccatura” politica. L’ex assessore della Giunta Bianco, Salvo Di Salvo,
infatti, aveva, a sorpresa, proposto la sua candidatura per la carica di vice presidente del Consiglio, spiazzando un po’ tutti nel centro sinistra, a cominciare da Enzo Bianco che non era riuscito a nascondere il nervosismo in aula. Il distacco fisico e politico tra Di Salvo e Bianco e Zappalà (nella foto in basso) si è manifestato materialmente alla ripresa dei lavori, dopo una sospensione, quando l’ex assessore ha preferito sedersi da solo nell’ultima fila e non tra i due come prima. Successivamente ha ufficializzato la sua posizione di indipendente, lasciando il gruppo Con Bianco per Catania. probabilmente primo passo della marcia di avvicinamento verso il centrodestra.
Come primo atto il Consiglio, dopo aver osservato un minuto di silenzio per i morti di Genova e Rita Borsellino, ha sottoscritto e votato all’unanimità, a eccezione del gruppo M5S, un ordine del giorno, primo firmatario il consigliere Bianco, con cui si impegnano il sindaco e il Consiglio comunale di Catania a chiedere al Governo nazionale e al Parlamento il ripristino dei finanziamenti del bando per le periferie, bloccato da un emendamento governativo al Decreto milleproroghe.