Polizia, Ferdinando Buceti: "Le misure patrimoniali, chiave di svolta contro il crimine"

Polizia, Ferdinando Buceti: "Le misure patrimoniali, chiave di svolta contro il crimine"

di Katya Maugeri

CATANIA – Riconoscere un’emergenza sociale non serve se non accompagnata da azioni concrete, da programmi che possano realmente debellare il problema. E il crimine, a Catania, sembra un motore sempre pronto ad alimentarsi puntando ogni energia sull’economia. Nessun settore escluso, là dove ci sono facili guadagni, il crimine investe.

“Il mio pallino sono le misure patrimoniali in particolare, lo dico sempre, rappresentano la chiave di svolta per cercare di perimetrare prima e poi sconfiggere, attraverso un’opera di depotenziamento, sia il crimine diffuso che quello organizzato”, spiega Ferdinando Buceti, dirigente dell’Anticrimine della questura catanese che ritorna “alla casa madre”, dopo una parentesi che lo aveva visto capo di gabinetto. “Il dipartimento ha inteso riassegnarmi nuovamente questa divisione per una serie di cambiamenti scaturiti dal pensionamento di una collega e dalla necessità di colmare certi uffici alla base di caratteristiche ed esigenze del dipartimento per quelle che sono le problematiche del territorio. L’anticrimine è un’articolazione, una divisione della Questura che quando ho avuto modo di dirigerla, sei anni fa, con l’allora questore Cardona l’ho molto apprezzata per l’alto profilo e per i contenuti che la divisione potenzialmente è in grado di esprimere. Ovvero tutti i provvedimenti questorili nascono e vengono posti in visione alla firma del questore dall’anticrimine, come le misure di prevenzione personali, Daspo sportivo, urbano, sorveglianze speciali con obbligo di soggiorno e le misure di prevenzione patrimoniali, oltre all’ufficio minori e all’ufficio antimafia. È un lavoro impegnativo, variegato ed estremamente importante, che svolgo con immensa passione”.

Debellare il crimine non è certo una impresa facile, bisogna conoscerne i dettagli e agire in maniera capillare perché privare della libertà personale a volte può incidere poco, ma la sottrazione del patrimonio è l’effetto deterrente più incisivo, più forte. La sottrazione dei beni che avviene attraverso un lavoro che è corale, sinergico colpisce il loro tallone di Achille. “Il nostro è un lavoro certosino, dalla Squadra mobile che attraverso l’attività investigativa consente alla divisione anticrimine di elaborare il dato acquisito al grande passo che è stato fatto attraverso il potere di proposta a firma congiunta, inaugurato a Catania, del procuratore della Repubblica e il questore della provincia. Il mio obiettivo, il mio augurio, il mio invito è quello di poter coinvolgere e lavorare con la guardia di finanza, con i carabinieri e produrre proposte a firma congiunta, una sinergia lontano da dinamiche controproducenti, affinché si possa finalmente dire “la squadra stato” spero non sia solo un sogno. Dobbiamo lavorare tutti con lo stesso obiettivo, ottimizzando le risorse, le forze e solo così potremo fronteggiare alle innumerevoli richieste di sicurezza che richiede il territorio”.

Della stessa linea di pensiero è il nuovo questore di Catania,  Mario Della Cioppa, che sin dal suo insediamento ha dimostrato di essere diretto, concreto affrontando l’obiettivo senza mezzi termini, senza sottrarsi alle difficoltà che questo percorso comporta in una città difficile come Catania. La mafia, si sa cambia spesso strategia e si adegua al cambiamento per agire silenziosamente e all’interno del tessuto della società, ha abbandonato i kalashnikov e agisce in modo subdolo: “Quello che temo è la corruzione – spiega Buceti – tanto cara alla mafia, ma sottovalutata a livello legislativo ed operativo, la mafia si fa forte di questo mezzo. Dobbiamo impegnarci tanto e dovrebbero farne tesoro i politici onesti, quelli che pensano al futuro dei propri figli e degli italiani. È una situazione che va affrontata con leggi serie applicando le norme che producano effetti certi, come la galera”. A cambiare non è solo la strategia, ma l’approccio stesso del crimine sul territorio, esiste un incremento – lo dicono le statistiche, i numeri – di spaccio da parte di ragazzini minorenni che vedono nel commercio di stupefacenti – soprattutto in quelle sostanze leggere – una fonte di guadagno facile e immediata. “Si sta lavorando ed elaborando a un piano complessivo di interventi che consentono di presidiare al meglio il territorio ottimizzando risorse ed energie attraverso una mappatura della città: c’è la necessità di controllare meglio il territorio, prevenire e reprimere le varie tipologie di reato che si verificano in questa metamorfosi che dobbiamo prevedere e contrastare”.

I facili guadagni invitano la debolezza delle persone, nella società in cui viviamo a cedere, “ma è impossibile pensare che questi fenomeni delinquenziali possano essere arginati solo con un intervento di polizia, ad essere coinvolti  sono anche altri protagonisti della società come la scuola, il mondo ecclesiastico, dovrebbero agire fornendo delle distrazioni che vadano ad impegnare le menti offuscate dei ragazzini. Servirebbero azioni concrete da parte dei servizi sociali, incrementare delle attività sportive, agire sul loro territorio”.

Sono sempre in crescita e in evoluzione i settori in il crimine sceglie di stringere i propri tentacoli, ma è altrettanto forte e presente il lavoro di chi giornalmente sottrae il loro tesoro, il loro potere destinato ad esaurirsi.

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