Tanta voglia di PRG


 
 
 

CATANIA – A meno di ventiquattro ore dal botte e risposta tra Sebastiano Arcidiacono, vice presidente vicario del Consiglio comunale, e Salvo Di Salvo, assessore all’Urbanistica della Giunta Bianco, scende in campo anche la Confcommercio sul caso PRG” della città.

“A non capirlo è solo l’Amministrazione Bianco, ma i PRG vanno fatti”. I vertici dell’associazione commercianti di Catania chiedono, ancora una volta, a gran voce che l’Amministrazione comunale di Catania rispetti le norme in vigore e doti la Città di un PRG, ma anche di un piano commerciale. “La nota della Regione è chiara – affermano Giovanni Saguto e Francesco Sorbello, rispettivamente presidente e vice direttore dell’associazione commercianti di Catania – nel sottolineare l’obbligo dei Comuni alla revisione generale del PRG. Nell’oggetto e nel corpo della missiva del 7 aprile questo concetto è affermato senza possibilità di equivoco. Tra l’altro non è la prima volta che all’Amministrazione Bianco è notificato questo obbligo di legge. La Regione, tra l’altro, rimprovera all’Amministrazione Bianco di non aver evaso precedente nota con cui si chiedevano notizie sullo stato di procedura di revisione di un PRG, quello del 1969, definito oramai obsoleto. Occorre aggiungere che la revisione del PRG sarebbe una buona occasione per elaborare anche il piano di urbanistica commerciale sul quale attendiamo ancora la costituzione di un tavolo tecnico. Non si comprende questo tergiversare e nascondersi dietro un piano metropolitano difficile solo ad immaginarsi in questo momento. In ogni caso le norme vanno rispettate. ”.

Per Confcommercio, pertanto, l’amministrazione è inadempiente e non sono convincenti le dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica che afferma di aver avviato la pianificazione del territorio partendo da una variante del centro storico. “Una variante del centro storico fu presentata nel febbraio 2015 – dichiarano Sorbello e Saguto – ma quell’atto ebbe vita breve anche per effetto delle osservazioni critiche che Confcommercio ebbe a fare. Nel 2016, invece, ai sensi della l.r. 13/2015, l’Amministrazione ha elaborato lo studio di dettaglio delle tipologie edilizie. Uno strumento che non può essere considerato una pianificazione organica del territorio e che si presentava privo di qualsivoglia visione strategica. Infatti, nelle aree di rifunzionalizzazione, ovvero gli ospedali da dismettere, non vi erano scelte strategiche e chiare. Venivano previste tutte le funzioni, dalla residenziale alla ricettiva alla direzionale e commerciale. Addirittura nell’ambito definito H3, quello del Vittorio Emanuele, la funzione di campus universitario, insieme a quella ricettiva e di intrattenimento e svago, avrebbe dovuto costituire una funzione esclusiva e caratterizzante in simbiosi con il polo universitario: veniva prevista, invece, anche la funzione residenziale. Insomma quella proposta permette di tutto e di più. Nei tre comparti ospedalieri il 20% della cubatura esistente veniva così destinata a funzione residenziale: si tratta di circa 90 mila mc di residenziale. Fate voi i conti di cosa significa in termini di vani. Tutto ciò a fronte di ben 20 mila vani disabitati, così come dichiarato dall’Amministrazione: in tale situazione prevedere nuove funzioni residenziali non pare un segno di grande coerenza. Avemmo modo, inoltre, di constatare, producendo una rassegna fotografica, che troppi edifici furono impropriamente classificati come TC e T1, edilizia qualificata e qualificata speciale, nei quali non sono permessi interventi di ristrutturazione edilizia e, quindi, il loro pieno utilizzo e recupero per mancanza di interesse e convenienza dei proprietari”.

Questa la dichiarazione diramata ieri da Sebastiano Arcidiacono e la successiva replica: “L’arroganza della Giunta Bianco in materia di pianificazione urbanistica, dolosamente inadempiente nella redazione del PRG per colpa del Sindaco e dell’Assessore al ramo, sfocia nell’autolesionismo tanto da correre il rischio di farsi espropriare della propria autonomia decisoria. La diffida della Regione Siciliana è arrivata lo scorso 7 aprile e prima ancora un sollecito risulta datato il 2 marzo (di cui mai è stata data notizia), richiama l’obbligo del Comune di dotarsi di un nuovo strumento urbanistico, che peraltro la precedente amministrazione aveva già praticamente esitato. Una messa in mora che certifica quattro anni di  colpevoli ritardi, chiacchiere inutili e fasulle interpretazioni. Già nel luglio 2016, dopo numerose sollecitazioni, insieme ai colleghi Gelsomino, Notabartolo, Anastasi, Messina, Musumeci, Saverino e Sgroi, con la partecipazione degli Ordini professionali, associazioni civiche, ambientaliste e dei consumatori sindacati  ed associazioni professionali, abbiamo aperto – ricorda Arcidiacono – il dibattito con un forum cittadino in Aula consiliare, proprio per evidenziare la necessità di dotarsi di un PRG che puntasse su rigenerazione urbana, recupero del suolo e rispondesse ai bisogni di una città antisismica. Per ultimo nello scorso mese di dicembre su mia precisa richiesta di accesso agli sull’attività svolta in materia di pianificazione urbanistica, l’amministrazione colpevolmente ha evocato improbabili quanto inutili tavoli tecnici dimostrando, nei fatti, di essere contro lo sviluppo armonico della città, forse preferendo proseguire nell’adozioni di varianti utili agli interessi di pochi anziché un piano urbanistico che rispondesse agli interessi generali. A fronte degli appelli che in tanti abbiamo vanamente rivolto al Sindaco Bianco e al suo Assessore all’Urbanistica, arroccati in posizioni di chiusura nell’obbligo di varare il PRG coprendole con una vergognosa sequela di bugie e omissioni”, conclude il vice presidente vicario del Consiglio comunale.

“Qualcuno vorrebbe spacciare una comunicazione di rito come un’intimazione, una diffida da parte della Regione”. Lo ha detto l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo commentando alcune dichiarazioni riguardanti “la nota di routine inviata dal dirigente generale del Dipartimento regionale urbanistica a tutti i Comuni che ancora non hanno predisposto il Prg e nella quale si reitera una richiesta di chiarimenti”.
“Fantasiose interpretazioni – ha detto Di Salvo – e accuse che rispediamo al mittente tentano di stravolgere la realtà dei fatti. La posizione dell’Amministrazione comunale di Catania sul Prg è ben nota alla Regione con la quale dialoghiamo su questo argomento ormai da quattro anni condividendo obiettivi e metodologie. Gli obiettivi condivisi con la Regione hanno portato al Regolamento edilizio già adottato dal Consiglio comunale, alla Variante del Centro storico già in Consiglio comunale dal luglio del 2016 e che segue i dettami della Legge regionale 13 del 2015, e all’adozione, il 31 dicembre del 2016, dell’atto di indirizzo per la costituzione di due Tavoli tecnici. Questi dovranno definire le direttive di massima per una pianificazione urbanistica armonica del Comune di Catania e della Città metropolitana coerente con la nuova disciplina urbanistica e da tutti auspicata”.
“I nostri programmi – ha aggiunto Di Salvo – sono condivisi non soltanto con il Dipartimento regionale, ma anche con tutti coloro i quali – Ordini professionali, Ance e sindacati – hanno sposato la filosofia dell’Amministrazione che crede in un’urbanistica coerente con le nuove leggi e dunque ‘partecipata’ in ambito sociale e condivisa in ambito disciplinare. Comprendiamo che qualcuno, dopo aver contribuito a redigerlo, possa essersi affezionato a un Prg locale, rispondente a logiche antiche, asfittico, vecchio prima ancora di nascere, antistorico. Ma gli addetti ai lavori e chi guarda in avanti condividono in pieno l’obiettivo di un Piano regolatore cittadino che tenga conto non solo dei confini comunali di Catania ma della sua conurbazione, con infrastrutture di mobilità, scolastiche, dei servizi, armonicamente e strategicamente inserite nel territorio così com’è giusto che sia nel nuovo concetto di Città metropolitana”.

 

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