"Prima che la notte", Claudio Fava: "Non una commemorazione ma un atto di omaggio a una vita straordinaria, senza ansia di eroismo"

 

Katya Maugeri

CATANIA – “Un film come questo può diventare un ricordo doveroso a un intellettuale caduto o una storia che racconta la vita, quella di un uomo, della sua allegria, la sua solitudine, la sua tenacia e della comunità che ha costruito. Questa ciurma di ragazzi con i quali  ha intrapreso una navigazione a mare aperto”, a raccontarci di “Prima che la notte” è Claudio Fava.

“Il film ha trovato la strada giusta: non un santino, non un ricordo dovuto, non una commemorazione, ma un atto di omaggio ad una vita che credo  sia straordinaria proprio perché era vita non soltanto la vigilia di un epilogo. E in questo, il film, restituisce la complessità e la forza vitale di questa storia, di questo gruppo che ha dimostrato essere una comunità, un luogo di condivisione”. Prima che la notte, ispirato dal libro di Claudio Fava e Michele Gambino, andrà in onda domani 23 maggio su Rai 1 in occasione della giornata della legalità e racconta la vicenda umana e professionale di Pippo Fava: un’anima libera, un giornalista scomodo. Personaggio carismatico, direttore responsabile del Giornale del Sud e fondatore de I Siciliani, secondo giornale antimafia in Sicilia. Il 5 gennaio 1984, con cinque colpi di pistola calibro 7,65 Cosa nostra lo uccise nella sua Catania. Per il delitto sono stati condannati alcuni membri del clan mafioso dei Santapaola. La storia di Pippo Fava raccontata dal regista Daniele Vicari riporta la grande tradizione del cinema italiano “di denuncia”.

“È una storia allegra, divertente – continua Fava – che dimostra quanto può essere vitale, bello, il mestiere del giornalista con tutte le sue fatiche, le solitudini. È una storia abissalmente lontana dall’eroismo che continuiamo a seguire attorno alle vicende dell’antimafia. Storie di vite vissute, come quella di Peppino Impastato, in cui ciascuno si può identificare, senza ansia di eroismo”.

Il film ci mostra gli ultimi anni di Pippo Fava – interpretato da un bravissimo Fabrizio Gifuni – giornalista, scrittore, drammaturgo, uomo carismatico, allegro, un paladino della libertà di stampa e maestro capace di trasmettere tutto il suo sapere ai più giovani, ai “carusi” come li chiamava lui.

Si racconta del suo ritorno a Catania, dove si schiera contro la criminalità organizzata e coloro che facevano finta che la mafia esistesse solo a Palermo. Coprodotto da Rai Fiction con Fulvio e Paola Lucisano, scritto da Claudio Fava, Michele Gambino e Monica Zapelli. A fianco di Fabrizio Gifuni ci sono  Dario Aita (il figlio Claudio), Lorenza Indovina, David Coco, Fabrizio Ferracane, Barbara Giordano, Carlo Calderone, Federico Brugnone, Simone Corbisiero, Selene Caramazza, Beniamino Marcone, Davide Giordano, Roberta Rigano, Manuela Ventura, Gaetano Aronica, Aurora Quattrocchi.

Claudio Fava – eletto proprio nei giorni scorsi presidente della Commissione regionale Antimafia – racconta la storia di uomo, suo padre, cercando di distaccarsi dai ruoli, “ho raccontato l’esperienza del cronista che ha partecipato a quella avventura, che ne conosce la trama più autentica, la storia del giornalista che sa quanto sia importante quell’idea di giornalismo e in controluce, sì, troviamo anche la condizione del figlio, la più discreta”.

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  1. Caro direttore , dopo una settimana di compassate e presentazioni varie , penso che sia arrivato il momento di far conoscere ai tuoi lettori la VERA storia sulla vita del compianto Pippo Fava , giornalista in prima linea quando bisognava dire la pura verita` dei fatti . Non ho niente da criticare al regista Daniele Vicari il quale ha saputo svolgere , con immensa maestria , la storia che gli ha passato Claudio Fava . Pero`un piccolo appunto posso farglielo : avrebbe dovuto avere il dovere professionale di cercare altre fonti anche se si e`ciecamente fidato di quanto scritto dal figlio (figuriamo) . E` inutile , caro direttore , che ti assicuri che di quanto scrivero`me ne assumo tutte le responsabilita` civili e penali .
    Ho incontrato Pippo Fava presso la redazione dell’allora CORRIERE DI SICILIA nel lontano 1948 ; avevo appena compiuto sedici anni e stavo per coronare il mio sogno di diventare un giornalista . Anche se la mia redazione era quella sportiva , con Carmelo Gennaro capo pagina , con Pippo ci fu immediatamente una fiammata di amicizia . Anche se aveva 7 anni piu` di me mi invito` di dargli subito del TU cosa che non avvenne con il mio capo ( a quei tempi le distanze,anche di grado , erano molto in voga ). La passione per lo sport ci aveva avvicinati notevolmente . Il calcio era la sua passione come anche il nuoto . Nel giro di pochi mesi mi si e` presentata l’opportunita` di conoscere l’uomo Fava . Nella sua redazione aveva ragazzi meravigliosi come Enzo Magri – poi emigrato all’EUROPEO- Antonio Grioli alla giustizia – il compianto Melo Timpanaro alla cronaca Nera – Pippo Longo e altri meno importanti di cui non ricordo piu` i nomi . La passione per il giornalismo lo aveva spinto a creare un suo giornale satirico settimanale della sera – usciva il sabato ed era venduto dagli strillone fra piazza Stesicaro e la Villa Bellini (scommetto che nessuno dei vecchi giornalisti ancora in vita se ne ricorda il nome ; ” LA CAMPANA ” . La sua vita era un dilemma . Lo scoprii quando un giorno , andando al bar a prendere un caffe`, sbotto`verso la moglie che lo teneva a stecchetto con i soldi : ” E` mai possibile che con 500 lire che mi da al giorno debbo mangiare , comprare le sigarette e mettere la benzina nella macchina ?(aveva una 1100 sportiva Fiat ) . In questa occasione capii perche` Pippo era sempre cupo . Lavoravamo come matti ma anche al Corriere i soldi erano pochini . Filippo Galata` , segretario di redazione e alle volte anche amministratore , ci offuscava la mente facendoci vedere le tessere dei cinema che la mattina divideva a tutti noi . Cosi passarano gli anni quando un bel giorno arrivo`l’ALT . Portoni chiusi perche` il giornale era fallito . Ogni tanto ci si incontrava al circolo della stampa dei nobili che ci ospitava nei locali di via Etnea nel palazzo della prefettura . Alcuni mesi dopo ,incontrandoci , mi comunico`che aveva accettato il posto di capo cronisti presso l’Espresso Sera . Fu proprio in quel giornale che inizio l’avventura di Pippo Fava come vero oppositore alla mafia . Giro` tutta la Sicilia per accertare certe verita`su chi dettava legge in Sicilia . Anche per me c’era stata l’offerta di un posto allo sport ma l’amico e collega Franco Cattaneo , come primo inizio mi chiese di interessarmi dello sport dei ragazzi . Mi sentii offeso e non accettai. Finii nella redazione sportiva del ” DIARIO ” edito a Siracusa ma con redazione a Catania guidata dall’amico Franco Sampognaro e con giornalisti del peso di Nino Sunseri,Salvatore La Rocca , e con Giovanni Grasso alla pubblicita` . Mi fermo qui per conoscere dal direttore Daniele Lo Porto se il seguito su Pippo Fava sino alla sera della morte puo` interessare .

    1. Turi, i tuoi racconti sono sempre interessanti e in gran parte inediti. A ne, personalmente, il telefilm su fava non è piaciuto, a parte la recitazione di Gifuni. Tutto il resto mi è sembrato molto piatto e non si fa capire allo spettatore non catanese quale fosse il livello di tensione a Catania in quegli anni, quando si sparava giornalmente e ogni notte saltava in aria una saracinesca. Io ho vissuto, ero poco più che un ragazzino, la parabola iniziale e finale del Giornale del Sud, ma la fase “calda” no perchè servivo la patria in sardegna e all’epoca non era facile mantenere i contatti, ma la Catania violenta non la posso dimenticare.

  2. Il sentore di nuove iniziative editoriali le mise in piazza quel dinamico e mai monotono nelle sue trovate PIPPO RECCA . Aveva compreso che un’altra testata giornalistica , a contrastare lo strapotere del gruppo San Filippo , ci stava e come . Il titolo non certo originale di ” GIORNALE DEL SUD ” lasciava tutta la gente indifferente ma non certo il fatto di essere stato chiamato a dirigerlo fosse PIPPO FAVA . Trovammo spazio tutti coloro che avevamo lavorato con lui e di cui si fidava ciecamente . Unico nuovo era un ragazzetto di nome Riccardo Orioles , veniva da Messina al quale fu trovato un tavolinetto proprio nel corridoio . Ricordo benissimo che Pippo non gradi` tanto il suo sfegatato credo per il comunismo che faceva a botte con il puro socialismo del direttore. E fu proprio questo credo socialista – il direttore lo paleso` apertamente in un suo editoriale – . I soci trovati da Recca fra onorevoli socialisti e democristiani ( ricordo benissimo , 500 mila lire un’azione ) che causo` uno scontro frontale fra questi con il prevalere dei demo . Fu proprio questo il motivo che porto` al licenziamento in tronco di Pippo Fava .Eravamo nuovamente con il c..o a terra senza lavoro e senza soldi . Ci riunivamo sempre al circolo giornalistico di via Etnea e un bel mattino trovammo Pippo Fava su di giri . Gli chiedemmo il motivo di tanta allegria e la risposta ci lascio` attoniti : ragazzi stiamo per riprendere a lavorare con un mensile tutto di nostra proprieta`. Non avremo padroni e comandanti . Ho scelto un nome simbolico : ” I SICILIANI ” . Qualcuno azzardo`timidamente che eravamo ” tutti spasulati e senza soldi ” . ” STATE TRANQUILLI, HO PENSATO IO A TUTTO ” . Quando restammo soli mi confido`che aveva un forte dolore al braccio destro di quante cambiali aveva firmato . Fu cosi che parti l’avventura ” I SICILIANI ” . La redazione non era numerosa ma fidata e compatta . Io ero stato nominato responsabile del reperimento della pubblicita`. Il primo numero fece il botto . Avevo raccolto tanta di quella pubblicita` che ci avrebbe garantito sono tranquilli per il prosieguo . Purtroppo quanto scritto da Fava contro i 4 cavalieri del lavoro fu un grosso boomerang per noi e diete dei risultati paurosi con il trovare tutte le porte chiuse per il reperimento di pubblicita`. In quanto all’uccisione voluta dalla mafia mi permetto esprimere un mio personale parere . Quella sera dovevo trovarmi in macchina con lui perche` mi aveva chiesto di fargli compagnia per qualche ora , il tempo di andare allo Stabile di Catania per andare a vedere la nipotina che partecipava alla grande parata per il completamento del corso di danza . Mai e poi mai Pippo , se avesse avuto il minimo dubbio di essere sotto tiro della mafia , mi avrebbe chiesto di accompagnarlo mettendo in repentaglio anche la mia vita . La mia assenza fu causata da un improvviso febbrone che mi rese indisponibile e non per mia volonta` ma per volonta` dello stesso Fava che mi mando` a casa senza ammissione di ripensamenti . LA MIA OPINIONE SULLA UCCISIONE DI PIPPO FAVA ? OMICIDIO POLITICO ( Le interviste televisive rilasciate a Enzo Biagi e Maurizio Costanzo avevano fatto scattare tanto clamore a Catania ) .Pace alla tua anima mio caro amico di tante battaglie giornalistiche .

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