Luigia Carapezza
Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, esperto in Psico – Oncologia
NAPOLI – “Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!”
(Johann Wolfgang Goethe)
La bella Napoli, la città dai mille colori ha accolto il XVI congresso nazionale della società italiana di psico-oncologia (SIPO). E non si poteva scegliere scenario migliore per valorizzare il passato di una disciplina che conta tre decenni dal suo esordio, per discuterne lo stato dell’arte e per progettare il futuro. La sessione inaugurale dell’evento si è svolta il 7 novembre presso il teatrino di corte di palazzo reale dove la lettura magistrale è stata affidata alla professoressa Lea Baider (institute of oncologyAssutamedical center, Tel Aviv, Israele) che in battuta finale ha raccomandato a tutti i professionisti presenti in sala di assicurare “ai nostri pazienti strumenti significativi e realistici che offrano speranza, protezione e migliore qualità della vita”. Durante la tavola rotonda, la professoressa Anna Costantini (U.o.d. psiconcologia, ospedale Sant’Andrea, Università di Roma) ha ricordato Umberto Veronesi quando sosteneva che col cancro si ammala il corpo ma è della mente il compito di rielaborare l’accaduto perché “la malattia tumorale è un’esperienza fisica e psicologica, emotiva e di relazione”. La discussione è proseguita circa lo stato, le prospettive e le sinergie della psico-oncologia italiana. Tutti i professionisti intervenuti si sono soffermati sul ruolo guida della psico-oncologia nella cura integrata del paziente oncologico e dei caregivers.
Durante le tre giornate dedicate alla psico-oncologia sono state affrontate tematiche di attualità discusse in sessioni specifiche: il tumore al seno metastatico, i trattamenti con farmaci antidepressivi, le disposizioni anticipate di trattamento, declinazioni del dolore: corpo, mente e spirito, la vita con il cancro e dopo il cancro: survivorship, cronicità e fine vita, interventi psicoterapeutici in psico-oncologia; solo per citarne alcune.
A fine lavori ho incontrato il professore Paolo Gritti, presidente del congresso (Dip. di salute mentale, università degli studi della Campania, Napoli) che ha condiviso le sue impressioni circa lo svolgimento dell’evento.
“Abbiamo avuto una grande partecipazione dai soci Sipo e dai non soci. L’atmosfera è stata molto dialogante, il novero dei relatori variegato e altamente qualificato. Sono intervenuti oncologi, psicologi, farmacologi… un panel di relatori volutamente interdisciplinare perché la cifra originale della disciplina è la sua multidisciplinarietà. La finalità generale del congresso è consistita nel fare il punto sull’attualità di questa disciplina che oggi si configura come settore autonomo, d’avanguardia perché prova a coniugare la sofferenza somatica con la sofferenza psichica. Fare il punto sulle attualità delle conoscenze e delle strategie di intervento di sostegno psicologico e sociale è stato necessario per riflettere sulle opportunità che questa disciplina offre agli operatori sanitari, ai pazienti e ai familiari”.
Una sessione speciale dell’evento è stata destinata all’oncologia per immagini con la proiezione di video pensati a fini strettamente terapeutici o educazionali. “Nella prassi clinica psico-oncologica è sempre più frequente confrontarsi con opere visive utilizzate con i pazienti, bambini e adulti, perché la potenza dell’immagine sta nel combinare l’informazione con l’emozione, consentendo una comunicazione meno filtrata, più diretta, quindi più efficace nell’interazione tra clinico e paziente”, spiega la dottoressa Gabriella De Benedetta, attuale vice presidente Sipo (Istituto Nazionale tumori IRCCS Fondazione G. Pascale, Napoli).
In fine il simposio post congressuale organizzato dalla sezione Sipo giovani ha proposto ulteriori spunti di riflessioni affrontando tematiche relative al supporto alla coppia, ai figli, ai caregivers: “aiutare chi aiuta”.
Implementare il confronto multidisciplinare, consolidare i rapporti tra società scientifiche ma anche con le associazioni dei pazienti, sono solo alcune delle sfide contemplate dalla psico-oncologia che progetta il futuro. Di prospettive future e dell’identità dello psico-oncologo ha parlato il professore Marco Bellani (Unità di psicologia clinica, Università degli studi dell’Insubria, Varese) nuovo presidente della società italiana di psico-oncologia eletto in occasione del rinnovo delle cariche direttive avvenute durante quest’ultima edizione del congresso nazionale della società scientifica che si è concluso a Napoli il 9 novembre.
“Prospettive future principali saranno: la definizione dello psico-oncologo all’interno del SSN in modo tale che la professione venga riconosciuta. Per il riconoscimento della professione sarà necessario un iter formativo dedicato in modo tale che i professionisti interessati a diventare psico-oncologi possano scegliere il percorso da fare. Un altro obiettivo consisterà nella definizione delle linee guida che Sipo come società scientifica dovrà produrre in questi anni in modo da garantire un sistema di cure migliore e più uniforme su tutto il territorio nazionale. Le linee guida servono come punto di riferimento per gli operatori per poter mettere in atto gli interventi che risultino essere quelli raccomandati basati sull’evidenza e di maggiore efficacia. Un obiettivo più societario che non istituzionale è di promuovere sempre una maggiore conoscenza della psico-oncologia attraverso il reclutamento dei soci nelle varie regioni perché partecipino in modo attivo alle politiche societarie e allo sviluppo della disciplina.”
L’intenzione del nuovo direttivo è di continuare a lavorare intensamente affinché la società scientifica raggiunga obiettivi sempre più ambiziosi e in linea con il ruolo dello psico-oncologo e possa essere un importante punto di riferimento per tutti i professionisti impegnati in area oncologica, per le Istituzioni e i cittadini. Infine un’altra mission consisterà nel continuare l’opera di sensibilizzare la popolazione sul ruolo della prevenzione e della promozione della salute.
“Ove dovesse capitare di ammalarsi di tumore; i pazienti, i familiari e i cittadini devono sapere che possono trovare un’adeguata risposta di supporto psicologico e sociale nei loro luoghi di cura (reparti di degenza, ambulatori di oncologia) dove oggi sono molto più presenti che in passato psicologi qualificati con formazione specifica in psico-oncologia”, conclude Paolo Gritti.