Pubbliservizi, sempre più vicina la liquidazione della società


 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA – E’ stata una sorta di “notte dei lunghi coltelli”, dai toni non proprio serenissimi, e non poteva essere diversamente, tra accuse, contestazioni, tentativi di difesa d’ufficio e, alla fine, il tentativo di trovare una solzuione alla crisi della Pubbliservizi. Iniziata intorno alle 19, al Centro direzionale Nuovaluce,  è finita a notte fonda la riunione convocata in fretta e furia dall’amministratore unico, Silvio Ontario, sempre più traballante sul suo trono di attendista, presenti il commissario straordinario della Città metropolitana, Salvo Cocina, che sta cercando di dare un’accelerazione, il direttore dell’INPS e le sigle sindacali. All’ordine del giorno l’analisi della situazione aziendale e la procedura articolo 1 della Legge 223/9, che si riferisce agli ammortizzatori sociali speciali. Si è parlato tanto e si sono ipotizzati degli interventi ancora troppo blandi. Su richiesta del commissario Cocina le parti si rivedranno venerdì e non lunedì come sperava Ontario, e questa volta si potrebbe dare una svolta definitiva verso la liquidazione della società partecipata.

Nella sostanza l’azienda ha proposto di tagliare l’orario del personale dal del 10% al 37%, a seconda dei settori di competenza. I settori per così dire produttivi, come la  manutenzione, stradale e edilizia, subirebbe il minor danno perchè sono quelli che svolgono servizi fatturati alla Città metropolitana, mentre l’amministrazione subirà la maggiore riduzione dell’orario di lavoro, con il rischio che il personale, gran parte del quale con a carico cessioni di parte dello stipendio, potrebbe arrivare ad un compenso di addirittura poche centinaia di euro al mese. Un’ipotesi dichiarata insostenibile da alcuni sindacati.

L’amministratore unico si è visto bocciare anche la proposta di assegnare a due dipendenti, che fino ad ora non hanno avuto alcune mansione specifica, il ruolo di supervisori del controllo del personale: insomma, dall’assoluto anonimato e deresponsabilizzazione ad un ruolo “importante” che – secondo qualcuno – sarebbe un premio per i due lavoratori di chiara matrice politica. Nessun intervento, invece, sanzionatorio nei confronti di figure di grande responsabilità, come il direttore generale, la responsabile della contabilità e del personale, beneficiate da superminimi con troppi zeri, che hanno avallato la gestione padronale di Adolfo Maria Messina. Timido, quasi protettivo il comportamento di Ontario, mentre il commissario straordinario ha voluto portare al tavolo  le tre “zarine” messe all’indice dai sindacati. Situazione, quindi, incandescente che si svilupperà in una intensissima giornata di consultazioni e scontri, che potrebbe portare, se le proposte dell’azienda non dovessero essere accolte,  – come già detto – alla inevitabile decisione di chiudere la partecipata e avviare le procedure per gli ammortizzatori sociali nel caso di licenziamento collettivo. Non è da escludere, neanche, una revoca dell’incarico o le dimissioni di Ontario, il cui atteggiamento attendistico alla fine sta scontentando tutti perché non ha portato ad alcun risultato concreto.

 

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