Pubbliservizi, Ontario e il piano salva-società


 
 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA – Dopo il temporale un raggio di sole, che riapre le speranze di salvare la Pubbliservizi, la società partecipata della Città metropolitana a rischio fallimento. Mentre dipendenti e sindacati protestavano in piazza Duomo, davanti al Comune, per richiamare l’attenzione di Enzo Bianco nella veste di sindaco metropolitano, si svolgeva una riunione al Centro direzionale Nuovaluce tra l’amministratore unico della Pubbliservizi, Silvio Ontario, i suoi consulenti, e il ragioniere generale della ex Provincia, Francesco Schilirò. Sono state trovare alcune soluzioni che potrebbero tenere in vita la Pubbliservizi, superando i limiti imposti dalla Legge Madia e garantire funzionalità e stipendi fino a dicembre per i 380 dipendenti. Misure che saranno proposte in Prefettura al tavolo di oggi, alle 16. La Città metropolitana ha predisposto tre contratti transitori mensili con la Pubbliservizi per garantire le manutenzioni ordinarie in edifici scolastici e sulla viabilità, con il pagamento delle fatture sarà possibile erogare gli stipendi. Questo intervento è necessario in attesa che tra l’Ente metropolitano e la partecipata venga firmato il nuovo contratto di servizio, già scaduto diversi mesi fa.
L’amministratore unico Ontario, insieme ai suoi consulenti, Marcello Gulisano, Filippo Privitera e Francesco Andronico, ha anche verificato gli avanzamenti di carriera per così dire “generosi”, o meglio illegittimi, effettuati dal 2008 ad oggi, con superminimi che hanno fatto lievitare alcuni stipendi fino ai 10.000 euro mensili. Le buste paghe saranno ridimensionate con il tetto massimo per i dirigenti di 1.800 euro. Questa azione non solo mira a ridurre drasticamente il costo del personale, che assorbe quasi completamente il trasferimento da parte della Città metropolitana, ma anche a recuperare le somme corrisposte in modo assolutamente discrezionale. Sul caso starebbe già indagando la Procura della repubblica e la Corte dei conti. Terzo e più importante punto riguarda la cessione da parte dell’Ente di via Nuovaluce alla Pubbliservizi del Polisportivo di Camporotondo Etneo, una grande area con diversi impianti (campo di calcio regolamentare, piscina, campi di tennis, pista di pattinaggio a rotelle). Questo patrimonio immobiliare, che si aggiunge all’ex Cinema Ritz, valutato 800.000 euro, consentirebbe di superare i limiti posti dalla Legge Madia sulle partecipate e, quindi, il rischio di fallimento che potrebbe essere dichiarato il 30 settembre.
Sarebbe così coperto il “buco” di bilancio di circa 8 milioni di euro (1,9 milioni di disavanzo del 2015, 3,2 milioni di revisionale del 2016, non ancora approvato e 3,2 milioni di erosione del capitale sociale), con colpe attribuibile a più soggetti sia della Pubbliservizi che della Città metropolitana, perché se è vero che Adolfo Maria Messina, nominato su indicazione del presidente della Regione Rosario Crocetta, e altri sono finiti in manette, la cattiva gestione parte almeno dal 2008, come hanno rilevato i segretari di Cisl, Cgil, Uil e Ugl, rispettivamente Maurizio Attanasio, Giacomo Rota, Enza meli e Giovanni Musumeci che hanno alzato la guardia sul tentativo di gestire la vicenda in chiave elettorale.

 

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