Riceviamo e pubblichiamo.
CATANIA – Ogni giorno leggiamo della fine ingloriosa che sta per fare la società partecipata della Provincia di Catania e dell’ansia che provano i 380 dipendenti e le loro famiglie nell’immaginare di potersi ritrovare da un giorno all’altro senza lavoro e senza stipendio.
Nessuno (sindacalista o politico) ha attenzionato il dramma che, parallelamente ai dipendenti, stanno vivendo i tantissimi fornitori (per lo più piccoli artigiani e commercianti) creditori della Pubbliservizi, che in caso di fallimento della società, non vantando crediti privilegiati, vedrebbero svanire tanti e tanti anni di lavoro con il serio rischio di fallire, ed innescare così una catena le cui conseguenze potrebbero essere veramente devastanti. Io sono uno di questi piccoli commercianti.
La dirigenza della società lamenta il fatto che la Città Metropolitana di Catania non trasferisce i fondi di cui ha bisogno, a sua volta la Città Metropolitana imputa la responsabilità alla Regione che ha decurtato i trasferimenti.
Con questo rimpallo di responsabilità, fermo restando l’accertamento delle responsabilità nei confronti di chi ha provocato le passività, non può la “politica” scrollare le spalle e far ricadere le proprie inadempienze sui lavoratori e sui fornitori che hanno dato fiducia alla società fornendo lavoro, servizi e beni.
Con l’approssimarsi delle elezioni regionali, dicano i vari candidati Presidenti e Consiglieri cosa ne pensano e prendano impegni ufficiali.
Dott. agr. Silvestro Cavallaro