Quando avremo luce

Quando avremo luce

di Erica Donzella
editor e scrittrice

Da poco ho imparato a pensare al futuro, a dispetto di quel che potrebbe sembrare dalle attività che pulsano ripetutamente dai miei canali social.

Libri, scrittura, incontri: il mio vivere sembra ruotare attorno alla progettualità progressiva e scandita da scadenze che inevitabilmente includono il tempo e il “prima o poi”.

Il problema, o il dato reale, del tempo è che tratta una dimensione spaziale. E in questo spazio, delimitato da decreti legge e minacce che provengono dal corpo, pensare il futuro è diventata una scommessa. Non voglio qui fare previsioni, ma stamane mi ha fatto sorridere il post di un’amica che si chiedeva con quale grado di fiducia le persone si accingano a comprare l’agenda 2021.

Ho sorriso, ma poi ho pensato allo sconforto razionale di chi crede che non arriveremo a vedere il prossimo gennaio.

Si scherza con il fato, si tirano i dadi nell’ignoto, e il risultato può servire soltanto ad alleviare per pochi secondi il terrore. 

Io ho comprato l’agenda 2021 e ciò mi pone, forse, al cospetto di un ottimismo che non appartiene a chi con la razionalità ci si fascia anima e corpo.

Si scherza. Ciò che ho compreso, in un immediato futuro di secondi che si susseguono, è che desidero soltanto attendere che la dilatazione di questo spazio avvenga, senza scomodare troppo le probabilità o le teorie che, in questi mesi, abbiamo imparato a recitare come mantra (tranne le teorie dei complottisti e dei negazionisti: a cospetto di queste, la mia capacità illuministica di comprendere ringhia a voce alta).

Desidero lo scorrere di questo tempo come una pausa dalla paura: socchiudo gli occhi e me la vedo tutta questa umanità che torna alla vita, l’inerpicarsi di un corpo all’altro, l’avvitarsi dei sorrisi intorno agli abbracci.

Pensiamoci. Ci manca la vita dalle mani, ma non è morta. È solo in standby. Ciò che stiamo soffrendo è inevitabilmente reale e disumano, ma forse non siamo nemmeno più tanto abituati a desiderare il mancante, perché pronti a essere sfamati subito e ad ogni costo, in ogni cinguettio che proviene dai nostri impulsi, dai più banali ai più complessi.

Ma quando avremo luce ad occhi chiusi per ammirare e comprendere ciò che davvero desideriamo saremo forse essere umani più pronti e considerevoli della vita.

Possiamo imparare a rispettarci senza mettere a rischio altre persone? Possiamo riscoprire la pazienza e il lento effluvio della felicità? Verranno le piccole cose come le grandi, e riscoprire la loro densità sarà rinascere in un nuovo tempo, in uno spazio che non è più quello di prima.

In noi, che avremo un’altra vita oltre a quella vissuta sin qui. Quando avremo luce saremo di nuovo.

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