Quando l’autoesame del seno diventa un’occasione per celebrare la bellezza delle donne

Quando l’autoesame del seno diventa un’occasione per celebrare la bellezza delle donne

Luigia Carapezza
Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, Esperto in Psico – Oncologia

Quando l’autoesame del seno diventa un’occasione per celebrare la bellezza delle donne. Elementi di prevenzione del tumore della mammella. 

“Dottoressa, l’abbiamo preso in tempo! Mentre mi insaponavo il petto ho sentito come una nocciolina sul seno destro. L’ho fatta vedere a mio marito, poi al mio medico di famiglia e nel giro di un paio di settimane sono stata operata. Sono stata fortunata.”

In verità non si è trattato di fortuna. La signora è stata bravissima perché durante la routine di igiene quotidiana era solita controllarsi il seno e si è accorta di un’anomalia che poco tempo prima non c’era. In molti casi “prenderlo in tempo” significa mettere in atto strategie di prevenzione (secondaria) volte a intercettare il tumore in fase precoce e avere più possibilità di guarigione.  Aderire ai programmi di prevenzione secondaria non vuol dire impedire al tumore di svilupparsi ma significa sottoporsi alle visite e agli esami diagnostici raccomandati, utili alla diagnosi precoce di un eventuale tumore al seno in uno stadio iniziale. Come nel caso delle donne di età compresa tra  50 e 69 anni (fascia di età considerata più a rischio) alle quali è consigliato partecipare al programma di screening mammografico regionale messo in atto dal Ministero della Salute. Un piano di prevenzione gratuito proposto da esperti del settore ispirati alle principali linee guida nazionali. Inoltre a seconda dei fattori di rischio di ciascuna donna, il medico potrà organizzare un piano di diagnosi precoce personalizzato. 

Una donna su otto nell’arco della vita sarebbe a rischio di sviluppare un tumore della mammella. Una su otto. Si tratta di una misura che da sola basterebbe a restituire la dimensione del problema. Nel 2018 solo in Italia sono stati diagnosticati 52.800 nuovi casi. Tantissimi. Significa che il tumore della mammella è il più frequente nelle donne in tutte le fasce d’età ma anche la prima causa di morte per tumore nel sesso femminile (dati AIRTUM – Associazione Italiana Registro Tumori). 

Del fenomeno e di come provare a ridimensionarlo ne ho parlato con il dottore Giuseppe Lavenia specialista oncologo presso l’U.O.C. di Oncologia Medica dell’ARNAS Garibaldi di Catania che in semplici battute ci spiegherà come si effettua l’autopalpazione, la stessa praticata dalla paziente sopracitata. L’autoesame del seno è uno dei modi possibili per scoprire un tumore in fase precoce, non è dimostrato che riduca la mortalità per carcinoma mammario ma è utile per imparare a conoscere il proprio seno. Del dottore Lavenia mi ha colpito la proposta di discutere di prevenzione interpretandola come un omaggio alle donne. Come quando nell’ambito di un recente evento dedicato ai volontari ospedalieri dell’associazione Rinascendo Onlus di Catania, ha abbinato agli step della prevenzione immagini di donne tratte dalla storia dell’arte. 

Dottore Lavenia, come mai ha scelto di raccontare la prevenzione attraverso queste immagini? 

«Per prima cosa ho voluto fare un tributo alla bellezza femminile quale appare nella storia dell’arte e secondo ho voluto porre l’attenzione sull’importanza che ha il tumore del seno per la donna con particolare riferimento alla sua immagine, ai concetti di bellezza, femminilità e sessualità. E quindi l’impatto che può avere il tumore al seno nell’immaginario e nel profondo sentimento di una donna che si vede ferita in qualcosa che non ha solo importanza fisiologica ma anche interiore, psicologica e sociale».

Ferite nell’anima”, è proprio come mi raccontano di sentirsi alcune donne in seguito alla chirurgia quando si liberano dal male ma anche dal seno che suo malgrado lo conteneva. Un seno che significa ogni cosa: femminilità, sessualità, maternità. Non è solo il seno a essere intaccato ma l’identità femminile. Delle implicazioni psicologiche parleremo meglio in un’altra occasione perché il focus di questo articolo è evitare che tutto ciò accada: malattia e sentimenti reattivi a essa.

Come si effettua l’autopalpazione?

«Per effettuarla è bene che la donna si metta a torso nudo di fronte allo specchio. L’ispezione è la prima fase della prevenzione secondaria e consiste nell’osservare il proprio seno per cogliere eventuali anomalie che possono essere: 

  • cambiamenti di forma e dimensioni di uno o entrambi i seni; 
  • modificazioni dell’areola; 
  • secrezioni o sanguinamenti dai capezzoli; 
  • eritema o pelle a buccia d’arancia; 
  • altre alterazioni della cute del seno come ispessimenti o avvallamenti; 
  • comparsa di noduli nel seno o nel cavo ascellare. 

In seguito bisogna alzare le braccia e portarle dietro la nuca spingere i gomiti indietro e osservare la simmetria dei seni. A questo punto si può procedere alla palpazione del seno sinistro esaminando la parte esterna del seno con la mano destra ben distesa e le dita unite con movimenti circolari dall’alto verso il basso e dall’esterno verso il centro. La stessa cosa si farà nel seno destro.  È bene esaminare anche il cavo ascellare. Inoltre la donna dovrebbe provare a spremere delicatamente i capezzoli e notare la presenza di eventuali secrezioni. Le manovre descritte vanno effettuate in entrambi i seni».

A che età sarebbe opportuno iniziare l’autopalpazione?

«Dopo aver compiuto vent’anni, circa una volta al mese a distanza di almeno una settimana, anche due dal ciclo mestruale per evitare di farlo nei giorni in cui il seno è più turgido. Meglio attendere che il seno sia più facilmente palpabile».

E cosa consiglia alle donne che riscontrano noduli al seno o altre anomalie?

«Intanto, niente panico perché non è detto che sia un tumore ma chiaramente è opportuno rivolgersi subito al proprio medico curante che avvierà tutte le indagini del caso. 

E nonostante l’incidenza del carcinoma mammario sia in lieve aumento i dati riferiti alla mortalità sono incoraggianti perché continuano a diminuire significativamente per merito non solo dei progressi in ambito terapeutico ma anche per la diffusione dei programmi di diagnosi precoce. Per ragioni simili mi piace pensare che anche questo articolo possa essere di ispirazione alle donne che dimostreranno di volersi più bene imparando a conoscere il proprio corpo e aderendo ai piani di prevenzione per ridurre l’incidenza del cancro».

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