Quarantena da coronavirus...e i compiti di scuola

Quarantena da coronavirus...e i compiti di scuola

di Maria Francesca Greco

Mamma, mi aiuti a fare i compiti? Papà, mi spieghi questo esercizio? Quante volte in questi giorni, da genitori, ci è capitato di sentire queste frasi? La quarantena da coronavirus ha costretto docenti e alunni a seguire le lezioni online, al computer, tablet o smartphone, cosi come ha costretto gli alunni a svolgere i tanti, spesso troppi, compiti assegnati da parte del docente che, pur di andare avanti con il programma, li sommerge di esercizi e verifiche varie.

Svolgere i compiti a casa era già una questione spinosa in tempi normali, ancora di più adesso lo diventa, perchè manca il confronto dal vivo con gli insegnanti. I genitori si trovano spesso in difficoltà, cosi come gli alunni. Cosa fare? Come comportarsi? A darci dei consigli in merito la pedagogista Grazia Costa, la quale ci da delle dritte su come affrontare questo specifico problema che in questi mesi turba molti genitori.

 

“Aiutare i bambini a fare i compiti?
L’attivazione della dad (didattica a distanza) ha determinato un po’ di problemi. I bambini si ritrovano a rimodulare il loro ambiente di apprendimento attraverso un mediatore tecnologico che richiede specifiche competenze. Molti bambini non hanno ancora acquisito tali competenze, per cui il ruolo della mamma o papà diventa fondamentale. Spesso, il carico di compiti e la situazione insolita che i nostri bambini stanno vivendo richiedono sempre più supporto.
Fino a che punto dobbiamo aiutare i bambini a fare i compiti?
Molti genitori si sostituiscono a loro, come se fossero loro stessi a sostenerli. Aiutarli sempre può essere dannoso è come dire: non sei capace di fare da solo.

Ciò influenza negativamente la fiducia che ogni individuo deve avere sulle proprie capacità.
No ai genitori spazzaneve che tolgono qualsiasi difficoltà dal percorso dei loro figli.
Dovremmo riprendere la concezione educativa montessoriana di “aiutami a fare da solo”. Aiutarli a fare da soli significa incoraggiarli, renderli più tenaci e combattivi. E’ come dire: “Hai tutte le capacità per farlo da solo e bene”.
Il genitore deve diventare un facilitatore che sostiene ed interviene in caso di reale difficoltà per orientare o suggerire qualche strategia.

Cosa fare?
Potreste leggere insieme la consegna;
Dimostrare interesse per quello che fa;
Non fare delle promesse quali: regali o premi materiali ma proiettate la gratificazione nella riuscita del compito;

I risultati non saranno immediati ma, non bisogna perdere la pazienza perché può generare un senso di frustrazione ed associare lo stato emotivo negativo allo studio e alla scuola”.

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