PALERMO – “Serve una riflessione serena nel centrodestra siciliano per costruire una forte coalizione in grado di vincere le elezioni regionali. Per tale operazione politica non servono diarchìe, ma un forte spirito che abbia nel civismo il denominatore comune. Assisto in questi giorni a sortite che sollevano colonne di fumo non riuscendo a far capire agli elettori siciliani in quale direzione si stia andando. Oggi il centrodestra siciliano, anche dopo le recenti amministrative,
ha opportunità che fino a qualche mese non aveva. Occorre allargare il quadro dell’alleanza e giungere, con un tavolo unitario, all’indicazione del candidato presidente, badando a fissare anche le caratteristiche di chi assumerà questo onere. Servono serietà, concretezza, ancoraggio ai valori propri dei moderati, spirito di servizio, moderazione e soprattutto capacità amministrativa comprovata”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana.
“Mancano 5 mesi alle elezioni regionali siciliane e ancora aleggia tanta confusione nei partiti e nelle coalizioni. Il PD perde il suo principale candidato, che candidato non è mai stato, Pietro Grasso, che ha declinato l’invito per spirito di dovere nei confronti del ruolo che riveste. E, intanto, qualcuno nel centrodestra continua a decidere di non decidere: perché? E perché, dopo 5 anni, c’è ancora una parte del centrodestra che non ha deciso prima, e non decide adesso, di scegliere un nome capace di governare davvero questa isola?”, si chiede il senatore di Forza Italia, Vincenzo Giibino.
“Si sta navigando a vista cercando di trovare un nuovo nome, per alcuni un ‘super nome’ capace di sconfiggere gli avversari. Un ‘super nome’ che dovrebbe far fare un passo indietro anche a Nello Musumeci che intanto continua a lavorare al progetto di Diventerà Bellissima con il quale ha ufficializzato la candidatura alla presidenza della Regione.
Ma esiste davvero questo ‘super nome’? Perché fino ad adesso abbiamo assistito a proclami, non certo a conferme.
Un nome da candidare ci sarebbe, e sappiamo tutti che è quello di Nello Musumeci che può rappresentare davvero l’inversione di marcia. Tocca a noi appoggiare, con responsabilità, Musumeci il quale ha dato sempre dimostrazione di essere un buon amministratore. Basta giochi politici: bisogna lavorare per evitare che il M5S possa avere anche la più remota possibilità di governare perché ha dimostrato di non essere in grado di farlo (vedi Roma e Torino), intento più a sanare le fratture interne e a nascondere la manifesta litigiosità. Nè tantomeno si può permettere al PD di ritornare al governo considerando la drammatica situazione in cui versa la Sicilia a causa di una pessima gestione.
Il centro destra, e chi lo rappresenta in Sicilia, ha l’obbligo morale, verso la regione e i siciliani, di cambiare strategia e di correre unito con un solo candidato”, conclude Vincenzo Gibiino.
Il consigliere comunale di Catania, Lanfranco Zappalà (Pd), rilancia la candidatura di Giovanni Burtone, appena eletto sindaco di Militello in Val di Catania: “Una persona competente, affidabile, onesta, una figura che conosca il territorio e che abbia esperienza in materia legislativa, una figura che conosca il funzionamento dei palazzi (e non un neofita), una persona leale ed attenta , una persona perbene che ami la Sicilia ed i suoi siciliani, una figura carismatica che sappia unire e non dividere, una figura non inventata dall’alto ma che si sia formata negli anni acquistando un bagaglio di esperienza non indifferente, una persona che sappia parlare al cuore della gente…ma soprattutto una persona pulita piena di idee e valori E chi meglio di Giovanni Burtone ?”. E sul possibile riavvicinamento del gruppo Alfano-Firrarello al centrodestra, Zappalà aggiunge: “C’è un detto in politica che non passerà mai di moda : se non riesci a “convincere” allora “confondi”. É ciò che sta facendo il centrodestra con l’apertura verso Alfano“.
All’interno dell’articolato e complesso quadro delle prossime elezioni regionali, iniziano a delinearsi alleanze e possibili candidature. Nell’incalzante ricerca di un nome, spunta anche quello di Roberto Lagalla, ad oggi impegnato a lavorare per una nuova proposta di sviluppo, definita nell’ambito del progetto civico Idea Sicilia. “Leggo con grande attenzione la quotidiana diffusione di notizie relative a possibili candidature alla presidenza della Regione. Tra i tanti nomi, anche il mio: confermo ancora una volta disponibilità e impegno a lavorare nell’interesse della Sicilia e dei Siciliani. Tuttavia, ritengo che insistere sull’affannosa ricerca di nomi – spiega Roberto Lagalla – prima di disegnare un progetto riformatore ad ampio respiro con l’operoso sostegno della società civile, rappresenti la continuazione di superati modelli politici e manifesti i limiti di quanti, pur proponendosi all’insegna di un ritrovato civismo, finiscono con l’adottare, nei fatti, metodi e comportamenti propri di stagioni politiche ormai da archiviare. Apprezzo gli sforzi in corso per coagulare quadri politici unitari ma richiamo l’esigenza di costruire le necessarie alleanze sulla base di premesse programmatiche condivise e ispirate alla concreta soluzione dei problemi quotidianamente vissuti dai Siciliani, oltre che al superamento delle gravi difficoltà ereditate dal governo Crocetta”.
E sull’alta percentuale di astensionismo nel secondo turno delle recenti amministrative si sofferma il segretario Confederale dell’Ugl, Giovanni Condorelli:“Se è vero che le elezioni amministrative hanno espresso un risultato inequivocabile cioè la vittoria del centro destra, ritengo che il dato più allarmante e su cui riflettere, sia la crescente e costante disaffezione del popolo al voto.Ci si chiede il perchè, come se fosse difficile rispondere.
Quando la politica non e’ in grado di migliorare la vita dei propri cittadini , la risposta non può che essere quella di non partecipare”. A dichiararlo è Giovanni Condorelli, segretario confederale dell’Ugl per le politiche del Mezzogiorno, che aggiunge: “La politica e chi la rappresenta ha il torto di avere perso il contatto con la vita reale del paese- spiega il sindacalista – la gente disperata non ha più fiducia e lo dimostra non andando a votare, questo astensionismo non risparmia nessun paese europeo a dimostrazione di una crisi che ormai è globale, in questo contesto, la mancanza di riferimenti, un tempo lo erano i partiti, determina una dispersione che premia i più forti e i più ricchi, oggi malgrado tutto il sindacato è rimasto l’unica realtà in cui si può sviluppare un dibattito e un richiamo alla partecipazione con il suo forte radicamento nel territorio , dal più piccolo dei paesi alle grande città, il sindacato pertanto torna ad essere l’unica certezza per chi intende impegnarsi per colmare il vuoto della politica”.
“Occorre quindi -conclude Condorelli – che lo stesso lavori per essere parte attiva e che trasferisca i problemi della società e dei più bisognosi dai luoghi di lavoro all interno delle istituzioni per meglio rappresentarli. La novità, nel nostro mondo sindacale , – conclude – è che parecchi dirigenti sindacali in queste elezioni sono stati eletti e siederanno all’ interno dei comuni e città, consapevoli di rappresentare la società più bisognosa e povera, quindi non ci resta che insistere e lavorare per promuovere questa necessaria sinergia tra mondo sindacale e mondo politico, ce lo chiede la gente che oggi non vota ma che vuole ritornare ad essere partecipe del proprio futuro”.
“ Il PD perde perché le politiche renziane non hanno aiutato realmente la gente a uscire dal baratro . C’è bisogno di una classa politica che non sia complice delle politiche filo bancarie e fiscali. Le banche sono indispensabili per lo sviluppo economico ma bisogna cambiare il sistema” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti, l’associazione nazionale di imprese e famiglie che ha inoltrato una serie proposte tra cui l’ultima, lo scorso 6 giugno, una missiva corposa e interessante a cui solo oggi, si ha avuto notifica di lettura da parte di terzi. Domenica d’urgenza il Governo Gentiloni ha varato l’ennesima norma “pro banca” per favorire banca Intesa San Paolo, regalandole la parte buona delle banche venete e condannando i contribuenti italiani a pagare oltre 10 miliardi, perché la parte cattiva resta allo Stato. Sempre che sia realmente “cattiva” vista la presenza fra i cosiddetti NPL di crediti non sempre a favore delle banche.
“Sarebbe stato opportuno a questo punto nazionalizzare i due istituti. Ma le scelte politiche di questi anni hanno prodotto queste scelte scellerate. Credo che noi italiani dobbiamo reagire per creare una nuova classe dirigente che non ripeta questi errori. Certamente bisogna dire basta ai protagonisti di queste scelte scellerate. Il nostro Paese ha urgenza di una seria politica della sicurezza e meno garantismo verso i delinquenti, la separazione delle carriere fra magistratura inquirente e giudicante insomma è necessario che venga stipulato un Patto con gli Italiani per una Politica che non sia subalterna sia ai poteri forti che nei confronti di Bruxelles se vogliamo salvare l’Europa e quindi salvare le imprese e famiglie.” – conclude Finocchiaro. A quando una norma “pro-contribuenti”? Confedercontribuenti non si arrende e continuerà il suo percorso a sostegno degli associati su tutti i fronti aprendo a tutti coloro che hanno realmente a cuore il Paese.