Daniele Lo Porto
Vittorio Sgarbi è un uomo innegabilmente intelligente, peccato che la sua grande intelligenza a volte si faccia prendere in contropiede da un ancora più grande narcisismo. Lontano da telecamere, microfoni e riflettori il critico d’arte Vittorio Sgarbi è interessante, comunicativo, culturalmente stimolante. Davanti al plotone di telecamere e tablet il Vittorio Sgarbi narcisistico esplode in modo incontenibile, con gli eccessi dovuti alla necessità di dover andare oltre le righe. La conferenza stampa di ieri è stata una degna esaltazione del narcisismo sgarbiano, perché ha voluto reggere il confronto e superarlo con un altro esibizionista qual è Rosario Wando Osiris Crocetta. Sgarbi ha anticipato alcuni dei nomi della sua ipotetica squadra di governo. Se Crocetta cinque anni fa mostrava come specchietto per le allodole lo scienziato Zichichi e il trascendentale Franco Battiato, lui ha proposto il variopinto Morgan, il generale dei Carabinieri Mori e il super 007 Bruno Contrada. Insomma, tre nomination buone per conquistare le aperture dei tg e la prima pagina dei giornali. E poi: Pierino Chiambretti, Paolo Becchi e Ferdinando Imposimato. “Nella mia squadra vorrei anche Vladimir Luxuria”, ha aggiunto Sgarbi, che non ha parlato di programmi, politica e amministrazione, ma ha seguito la scaletta di uno show, condito con battute da caserma.
“Sgarbi ha messo dentro un sacco di personaggi eccellenti positivi e negativi, in un incredibile coacervo di contraddizioni. – commenta così il Senatore di Mdp – articolo 1 Francesco Campanella, la lista di assessori presentata da Vittorio Sgarbi. – Alcuni dei nomi che ha aggiunto sono personalità degne di grande stima, ma l’eterogeneità tra di loro è tale da far pensare ad una operazione di tipo mediatico. Visto che è probabile che non si raggiunga una maggioranza all’Ars, sembra un’operazione finalizzata solo ad avere un po’ di voti da impiegare per negoziare accordi politici di tutti i generi. Se passa questa operazione si potrà parlare di ‘Armata Sgarbi’ piuttosto che Brancaleone. In tutto questo continuo a nutrire una speranza: che la Sicilia smetta di fare da laboratorio alla politica nazionale. I siciliani sono stanchi di fare da cavie”.