Regione, 5 miliardi di deficit e qualche altro spicciolo


Daniele Lo Porto

CATANIA – Chi ha avuto un po’ di pratica amministrativa o politica in un Ente pubblico, in un’azienda privata o in una grande associazione sa benissimo che i bilanci ufficiali hanno un valore relativo, così come le relazioni di rendiconto al passaggio di consegna. Non a caso un amministratore di lungo corso come Nello Musumeci ha voluto subito prende reale consapevolezza della situazione contabile della Regione Siciliana, “risanata” secondo  Rosario Crocetta nel suo indimenticabile quinquennio.

“Ammonta a 5 miliardi il deficit della Regione. Ed è fuor di dubbio che la crisi finanziaria condizionerà l’operato del governo almeno per i primi anni”. Lo dice in una intervista a La Sicilia, il neo governatore Nello Musumeci.
“Non voglio polemizzare con il governo precedente. Lo dico con la sobrietà che un presidente deve avere. Ma va detto che la condizione delle finanze della Regione, con le partecipate quasi tutte in deficit, si presenta drammatica. Perciò urge un confronto sereno con il governo centrale”, continua Musumeci. A partire dall’ipotesi di una norma salva-Sicilia in Finanziaria come exit strategy per la mancata approvazione del consolidato? “Se ancora siamo in tempo per poterla chiedere, certamente. In tal caso bisognerebbe che fosse introdotta a Palazzo Madama”, continua Musumeci.
“A medio termine dobbiamo eliminare le discariche, con una differenziata del 60/65%. Sui bruciatori, e dunque su una frazione minima, esistono tesi divergenti. Sposeremo la soluzione che si rivelerà di minore impatto”. “Sto costituendo, d’intesa con l’assessore Figuccia, un comitato di esperti per definire una nuova strategia, individuando soluzioni a breve e a medio termine. Nell’immediato servono almeno altre dieci piattaforme per assorbire le 5mila tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno nell’isola”, aggiunge Musumeci.
Ma non sono solo i 5 miliardi di deficit a preoccupare il presidente  e i siciliani. Nei cassetti degli assessorati ci sono, probabilmente, altre “bombe ad orologeria” pronte a scoppiare: richieste inevase, adempimenti dimenticati, provvedimenti boomerang, nomine dell’ultima ora, contenziosi economici, e chissà cos’altro. Forestali, disabili, guide escursionistiche, addetti alla formazione, dipendenti delle ex Province, … 

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