PALERMO – Due mesi di confronto e di scontro in aula sul testo del Collegato, ma alla fine, nel pomeriggio di ieri, l’Ars ha approvato l’intero disegno di legge che contiene alcune delle norme inizialmente stralciate dalla Finanziaria. Legiferato l’accorpamento di Ircac e Crias in un nuovo ente che si chiamerà Irca, e poi alcune disposizioni in materia di società partecipate, consorzi universitari, lavoratori forestali, dipendenti degli Enti parco, formazione professionale. Dopo l’approvazione dei nove articoli del ddl si è passati all’esame del blocco degli emendamenti aggiuntivi, dopo che il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, aveva trovato una intesa con i capogruppo. Via libera solo agli emendamenti ritenuti di “importanza straordinaria”: la salvaguardia dei lavoratori interinali della Sas, gli ex sportellisti e il personale precario dei Comuni in dissesto. Restano fuori gli Asu.
Nasce l’Istituto regionale per il credito agevolato, quindi, frutto della fusione per incorporazione tra Ircac e Crias. Dopo un lungo dibattito, che ha impegnato la Commissione Bilancio e l’Aula, il Parlamento siciliano ha dato il via libera alla proposta del governo Musumeci per la creazione di un polo per le imprese che possono accedere al credito agevolato.
Il nuovo istituto manterrà la natura di ente economico dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e, come già previsto dalla legge finanziaria approvata lo scorso aprile, opererà a favore delle imprese artigiane e cooperative, oltre a prevedere nuove forme di intervento a favore delle attività economiche siciliane. “Desidero esprimere la mia soddisfazione per il voto dell’Assemblea regionale – afferma il presidente Musumeci – avviando così un primo significativo percorso per rendere la Regione utile al sistema imprenditoriale ed economico locale. Con l’approvazione di questa norma e dell’intero collegato, si chiude la sessione di bilancio e si aprirà quella delle riforme”.
“Ora che questo collegato è stato approvato il governo non ha più alibi. Cominci a lavorare, visto che finora lo ha fatto poco o nulla. La Sicilia non può aspettare i suoi comodi in eterno”. Questo il commento della capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, Valentina Zafarana, dopo l’ok dell’aula al collegato alla Finanziaria che ha tenuto perennemente aperta alla sessione Bilancio bloccando di fatto l’attività parlamentare a dispetto dei bisogni della Sicilia. “Attendiamo ora – dice la deputata – le riforme strombazzate in campagna elettorale e di cui finora non s’è vista nemmeno l’ombra e che la Sicilia continua ad attendere”. Dalla capogruppo M5S anche una netta critica sui metodi portati avanti durante i lavori. “Abbiamo assistito – dice Valentina Zafarana – a norme presentate e ripresentate sempre uguali perché dovevano passare a tutti i costi, tutto questo con l’impossibilità di operare nelle commissioni di merito. Noi, ancora una volta, abbiamo dimostrato con il nostro lavoro di essere più che responsabili. Attendiamo ora che il governo batta un colpo”.
In precedenza è stata approvata all’unanimità all’Ars la procedura d’urgenza per la riforma dei rifiuti targata Movimento 5 Stelle. Il gruppo M5S all’Ars apre il dibattito nel Parlamento siciliano su uno dei temi più scottanti e lo fa ottenendo il voto unanime sul suo disegno di legge. “Due settimane fa – spiega Giampiero Trizzino – abbiamo reso pubblici i dettagli di una norma organica, che rimette in gioco la governance dei rifiuti alla luce della sostenibilità e delle economie di scala, per superare il sistema frammentario ed emergenziale che ha fatto da padrona negli ultimi decenni. Il nostro è un testo frutto di mesi di lavoro ed è quello che avremmo utilizzato qualora fossimo andati al governo della Regione Siciliana. Oggi, sebbene da forza di opposizione, abbiamo tradotto tale riforma in un disegno di legge che sarà subito discusso in Commissione Ambiente e si spera passerà dall’aula entro luglio. Quella sui rifiuti è una delle Cinque Stelle che contraddistinguono il nostro programma e di cui andiamo orgogliosi ma occorre far presto. La Sicilia ha perso troppo tempo dietro alle emergenze ed ha sprecato una montagna di soldi a causa di un sistema che se da un lato ha fatto certamente comodo a qualcuno, dall’altro – conclude Trizzino – ha impoverito i cittadini e massacrato l’ambiente”.