Regione, fissato il tetto (mobile) per gli stipendi all'Ars


 
 

PALERMO – All’Assemblea regionale siciliana sono stati reintrodotti i tetti agli stipendi per i dirigenti e i sottotetti per le altre carriere contemplati dalla norma scaduta lo scorso 31 dicembre. Conclusa la trattativa, l’amministrazione dell’Ars ha firmato l’accordo con sei delle sette sigle sindacali (Uil, Sindacato consiglieri parlamentari, Sas, Udars, Saap e Osa) che prevede di ripristinare per il prossimo triennio, 2018-2020, le retribuzioni introdotte nel 2015 e in vigore fino allo scorso anno. Non ha partecipato all’incontro conclusivo solo il Sada, che rappresenta circa il 30 per cento del personale.

Gli stipendi base, che tornano ai livelli del 2017, dal primo marzo sono di 240 mila euro lordi per i dirigenti, 204 mila euro per gli stenografi, 193 mila euro per i segretari, 148 mila euro per i coadiutori, 133.200 euro per i tecnici e di 122.500 euro per gli assistenti parlamentari.

Nel 2018 i dipendenti sovra tetto sono 23. Dal calcolo degli stipendi saranno escluse le indennità di funzione e mansione, corrisposte al personale in 12 mensilità, che oscillano da un minimo di 215 euro lordi (140 euro netti) per le categorie più basse a un massimo di 2.122 euro (1.273 euro netti) per quelle più alte.Sul bilancio, a incidere in maniera lieve saranno le indennità per i notturni e i festivi, considerato che ormai l’Assemblea tende a organizzare i propri lavori nel pomeriggio per evitare le sedute notturne, che nell’ultimo triennio sono state appena 5, impegnando solo il personale addetto ai lavori d’Aula.

Rispetto alle vecchie tabelle stipendiali in vigore prima dell’introduzione dei tetti (2015-2017), l’accordo, a Palazzo dei Normanni, farà risparmiare 662.502 euro solo nel 2018, 850.687 euro nel 2019 e 1.111.508 euro nel 2020, per un totale di circa 2 milioni 625 mila euro nel prossimo triennio. L’intesa firmata con le sigle sindacali prevede retribuzioni inferiori per i dipendenti assunti con i concorsi che saranno banditi in questa legislatura. I tetti saranno di 240 mila euro lordi per i dirigenti, 172 mila euro per gli stenografi, 166 mila per i segretari, 115 mila per i coadiutori e 99 mila per gli assistenti parlamentari. Si tratta di tetti omnicomprensivi, poiché per i nuovi assunti le indennità extra busta paga saranno comprese all’interno dei tetti stipendiali.

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha accolto con soddisfazione la conclusione della trattativa con i sindacati, che rappresentano i dipendenti dell’Ars, per il ripristino dei tetti agli stipendi. “Sono soddisfatto per il lavoro svolto dall’Ufficio di Presidenza e dall’onorevole Giorgio Assenza, che era stato delegato a trattare con le sigle sindacali. Ringrazio i dipendenti per avere accettato il contenimento degli stipendi, pur non essendoci alcuna norma che lo imponesse. Rivolgo un appello al sindacato Sada, affinché, nei prossimi giorni, possa ritornare sui propri passi e firmare l’accordo sottoscritto questa mattina da Assenza e dagli altri rappresentanti sindacali”.

Semaforo verde per i tetti-fake per i dipendenti dell’Ars. I partiti, Pd e Forza Italia in testa, continuano a spacciare l’operazione per un grosso risparmio, la verità, come abbiamo denunciato nei giorni scorsi, è che grazie al giochetto di lasciare fuori dai tetti indennità e straordinari, le buste paga di alcuni dipendenti saranno ritoccate verso l’alto, arrivando a toccare cifre che oscillano intorno ai 300 mila euro l’anno”.
Il M5S  all’Ars commenta in questo modo  il via libera dei partiti all’operazione che per la collettività  dovrebbe sancire la reintroduzione dei tetti per i dipendenti.
“Giocando sulle varie voci della busta paga  e  tenendo fuori dai tetti le varie indennità – spiega Giancarlo Cancelleri, componente dell’ufficio di presidenza   – di fatto è stato aggirato il limite di 240 mila euro, portando alcune retribuzioni di figure apicali a sforarlo abbondantemente”.
“Con questa formulazione – afferma Cancelleri – si avrà un rincaro progressivo per le casse dell’Assemblea che nel 2020  arriverà a circa mezzo milione di euro. Mantenere i veri tetti sarebbe stato un atto quasi doveroso per rispetto dei tantissimi siciliani in difficoltà”. “Non non ci stiamo – conclude Cancelleri – e continueremo ad andare contro corrente rispetto a chi, dentro al Palazzo, continua a lavorare per garantirsi vecchi privilegi. Per questo destineremo una parte dei nostri stipendi a chi lavora per portare avanti progetti contro la povertà”.
 
 

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