Regione, Sgarbi va via: basta agli effimeri assessori alla Cultura


 
 

CATANIA – Anche l’on.le Sgarbi (com’era forse intuibile dal giorno del suo incarico in quanto non nascondeva il suo desiderio di essere nominato Ministro della Repubblica) lascia dopo neanche cinque mesi, costretto o meno dal Presidente della Regione, il ruolo di Assessore alla Cultura. Ma la Sicilia non è più, come qualcuno forse si ostina a pensare, l’Isola delle ‘palme’ , ovvero terra di conquista, ma l’Isola dei beni culturali ovvero la regione con monumenti in Italia, e dunque al mondo, questi sì una vera miniera d’oro per la loro bellezza culturale, artistica e architettonica!

La Sicilia ha bisogno, e non da oggi, di Assessori alla Cultura che si occupino a tempo pieno e per tutta la legislazione, se questa dura cinque anni, dei beni culturali della Sicilia e non di altro, visto che questa, a pensare di molti, potrebbe vivere di turismo culturale, paesaggistico e ambientale, e non deve essere vista come lo è stato fino ad oggi un trampolino di lancio per altri incarichi istituzionali nazionali o europei più blasonati e remunerativi.

Basta Assessori alla Cultura effimeri- afferma Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilia – SOS Beni Culturali – che snobbano di fatto la Sicilia o ancora peggio incapaci ovvero che ignorano, non avendo una formazione adeguata e specifica, la storia e l’importanza atemporale dei beni culturali siciliani e non, anche in quanto in poco più nove anni di legislazione regionale ne sono stati incaricati con Sgarbi e con il prossimo ben 14 : un record che solo la Sicilia in mano a governanti opportunisti e irresponsabili può vantare in Italia e forse nel mondo intero ma che i siciliani, liberi da legami inadeguati, non meritano.

La Sicilia è la regione italiana con più monumenti e siti Unesco (ben 111 che rappresentano il 26,4 per cento di quelli presenti in tutto il Paese, ma riescono ad attrarre solo il 9,2% dei visitatori e incassano solo il 10,6% degli introiti totali, basterebbe solo il confronto con Pompei per verificarne tale aspetto)  da conservare, restaurare, salvaguardare e renderli fruibili nel massimo rispetto della loro storia e della loro esistenza architettonica e artistica in quanto essi hanno un’anima e un corpo ossia hanno una loro vita intrinseca con un cuore che batte da migliaia di anni e che solo Assessori regionali e comunali alla Cultura e Sovrintendenti preparati e sensibili possono ascoltarne i battiti o, contrariamente, legittimarne lo sfregio e la trasfigurazione, come spesso è capitato anche in Sicilia, come la trasformazione depauperante dei Teatri classici, greci e romani, in veri e propri stadi!

 

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