Figuccia e Miccichè litigano sui superburocrati

PALERMO – “Probabilmente questa maggioranza ha sbagliato a votare Micciché. Consentitemi – ha dichiarato Vincenzo Figuccia, assessore della Giunta Musumeci  – di mostrare una profonda amarezza e di sollevare profonde perplessità nei confronti delle affermazioni del neo presidente dell’Assemblea regionale siciliana, con riferimento al tetto degli stipendi dei superburocrati. È normale che molti dirigenti dell’Ars siano andati in pensione e che esista una nuova eccellente classe dirigente che ha preso il loro posto. Anche in modo sobrio e meno esoso e non credo ciò rappresenti un disvalore. La maggioranza avrebbe potuto fare scelte più coraggiose esprimendo un presidente dell’Ars di maggiore discontinuità. Non mi piace l’immagine che si sta dando all’esterno. La considero offensiva per tanti che non possono mangiare, licenziati, inoccupati, giovani, meno giovani e soggetti appartenenti a varie categorie che guardano a questo governo con speranza e che aspettano segnali nella direzione del cambiamento, dello sviluppo e del sostegno a chi soffre”, ha concluso  Figuccia che da tempo è in aperta polemica con Gianfranco Miccichè, tanto che dovette trovare ospitalità nell’Udc per potersi candidare, perchè non avrebbe trovato posto in Forza Italia per decisione proprio di Miccichè., nella foto.

“L’Udc regionale ribadisce stima ed apprezzamento per il presidente Miccichè che è stato voluto dalla maggioranza di cui l’Udc è parte integrante. Per questa ragione la dichiarazione dell’on. Figuccia è assolutamente inopportuna. La linea politica del partito è coerente rispetto alle buone relazioni istituzionali e personali nei confronti del presidente dell’Assemblea regionale siciliana”. Lo afferma Giuseppe Naro, commissario regionale dell’Udc.

A nostro modesto avviso il compenso di 240.000 euro l’anno per i dirigenti regionali non può certo considerarsi un emolumento offensivo nè mortificante, in una regione dove la soglia di povertà ha raggiunto il 50% delle famiglie e la disoccupazione è altissima. Garantire una vita dorata a pochi nominati (più che eletti) e alle loro famiglie non sembra una operazione politicamente corretta e rispettosa delle difficoltà di gran parte dei Siciliani. Se poi Miccichè ci tiene tanto a premiare anticipatamente i superburocrati, a nostro avviso potrebbe anche prevedere delle sanzioni in caso di inefficienza o di errori. Oneri e onori, insomma. Altrimenti sarebbe troppo facile consentire alla burocrazia, distratta o indifferente, di far perdere, ad esempio, fondi europei per milioni di euro che potrebbero dare sollievo a imprese, lavoratori, famiglie a fronte di stipendi da nababbi intoccabili.

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