Respirare meglio per vivere meglio

Respirare meglio per vivere meglio

Giorgia Landolfo

Giornalista e insegnante Kundalini Yoga come insegnato da Yogi Bhajan

“Questo non è lo yoga che si pratica in solitudine in cima a una montagna e fuori dalla realtà, è stato insegnato per la gente che lavora, che ha una famiglia e che è sottoposta agli stress di ogni giorno: nel mondo moderno in cui viviamo c’è una tremenda pressione, silenziosa ma precisa che ci sconvolge e ci possiede, a tal punto che non sappiamo se siamo reali o non reali”.  Yogi Bhajan

Ecco. Uno dei falsi miti che circola frequentemente e che vorrei sfatare subito è l’idea che, praticando yoga, ci si trasformi in santoni privi di ogni forma di emozione, pronti a rifugiarsi in un luogo lontano da tutto e tutti per vivere una vita di solitudine e meditazione. Niente di più falso. Praticare yoga, nel mio caso Kundalini Yoga, significa trovare soluzioni rapide per vivere meglio.

Tra le tante cose che migliorano con una pratica costante è il nostro modo di respirare.

Se c’è una cosa che assolutamente non ero in grado di fare finché non mi sono avvicinata al Kundalini Yoga era respirare. Sì sì, avete capito bene, non che fossi un piccolo fantasmino ambulante, ma quasi. Perché respiravo senza consapevolezza, quasi a stento, ma soprattutto, non avevo idea di come usare davvero l’aria in entrata e in uscita. E quindi il prana, la nostra energia vitale. Mi spiego meglio: facevo quella che tecnicamente si chiama “respirazione paradossale”, ovvero quando inspiravo schiacciavo l’addome e quando espiravo lo dilatavo. Tutto il contrario e pure più difficile.

Respirare bene è semplice e con un paio di dritte si comincia ad acquisirne la consapevolezza in modo naturale. Inspirare significa fare spazio all’aria e all’energia nuova, espirare significa eliminare tutto ciò che non ci serve più. Come un palloncino che si sgonfia e si gonfia, possiamo riempire l’addome e tutto il torace per fare il pieno di ossigeno. Quando impariamo a gestire consapevolmente e correttamente il nostro respiro l’effetto si sente, eccome se si sente.

Rallentare il respiro è la parola d’ordine. In genere facciamo dai 16 ai 18 respiri al minuto. Queste brevi respirazioni rinforzano alcune rigidità posturali. All’inizio respirare in maniera lenta e profonda non è semplicissimo. Io, ad esempio, dopo i primi respiri profondi a lezione cominciavo a sbadigliare in maniera incontrollata. In questo modo il mio sistema nervoso voleva dirmi che durante il giorno mantenevo una tensione costante e un’ansia latente che si manifestavano proprio quando provavo a rilassarmi e a rendere il mio respiro più lento. Abbassando il livello ormonale di adrenalina partiva la sequela di sbadigli. Come si il mio corpo mi stesse chiedendo a gran voce di riposarmi di più, di lasciare andare le tensioni accumulate.

Modificando il nostro respiro interveniamo direttamente sul ciclo dei nostri pensieri. Esiste una connessione profondissima tra come pensiamo e come respiriamo. Proprio già durante le prime lezioni di yoga ho cominciato a cimentarmi con quello che si chiama tecnicamente “respiro lento lungo e profondo”, provando quindi a diminuire i cicli di respiri al minuto. L’obiettivo di uno yogi è riuscire a compiere un solo respiro in un minuto. Ovvero inspirare in 20 secondi, trattenere l’aria dentro in altri 20 secondi ed espirare negli ultimi 20 secondi a nostra disposizione.  Impossibile, ho pensato allora. Molto complicato, ma possibile con tanta tantissima pratica, penso oggi. Come una sfida raggiungendo questo traguardo entriamo direttamente in stato meditativo.

Attenti! Questo non significa di certo levitare e andare chissà dove. Non compaiono improvvisamente i super poteri, ma si entra in uno stato profondamente vigile chiamato Shunia. Si tratta di una condizione meditativa e contemplativa di osservazione che porta ad una vera e propria assenza di pensiero.E di silenzio interiore profondo.

 Smettiamo così di essere bersaglio di continui pensieri, ma anche paure, ansie e preoccupazioni quotidiane e ricordiamo alla mente di mettersi al nostro servizio, la guidiamo ed entriamo in contatto diretto con il nostro vero sé, con la nostra essenza più profonda. E chiaramente anche il corpo ringrazia.

A cosa serve allora respirare più lentamente, profondamente e consapevolmente?

1- Rilassa e calma, influenzando il sistema parasimpatico

2- Purifica il sangue, regola il ph del corpo

3- Stimola l’endorfine che aiutano a combattere la depressione e aiuta a combattere le dipendenze

4- Aiuta a spezzare alcuni schemi del subconscio legati a paure ed insicurezze

5- Riduce e previene la formazione di tossine nei polmoni

6- Spinge il fluido spinale fino al cervello portando ad un nuovo stato di attenzione e aumentando la vitalità

L’elenco potrebbe essere decisamente più lungo, di certo posso dirvi che respirare in maniera più lenta, lunga e profonda mi ha regalato la possibilità di avere maggiore consapevolezza di me stessa e vivere meglio. Arrestando, o comunque rallentando le funzioni mentali siamo liberi dal mascheramento dei pensieri e riusciamo ad essere più autenticamente noi stessi.

Quindi adesso fate un bel respiro profondo e prenotate la vostra prima lezione di yoga. Se volete il mio aiuto contattatemi sulla mia pagina facebook “Sangat – Kundalini Yoga a Catania” sarò felice di darvi tutte le indicazioni utili per cominciare a praticare.

Sat Nam!

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