di Mario Pafumi
GIARRE. La seicentesca Chiesa del Convento o delle anime purganti dei frati agostiniani scalzi di Valverde è stata recuperata, ripulita e messa in sicurezza. Ci sono voluti oltre 70 anni e interventi a singhiozzo, non tutti adeguati. Martedì 16 febbraio 2021 resterà nella storia della “Città crocevia”, grazie ad un intervento congiunto dell’arciprete parroco del Duomo Don Nino Russo, del Maestro Gianfranco Pappalardo Fiumara, docente al Conservatorio di Palermo e concertista e dell’architetto Nicolò Fiorenza, esperto in beni culturali e restauro conservativo, i quali ultimi si sono comportati da moderni mecenati e del Mythos Opera Festival. Gli interventi di pulitura e messa in sicurezza dell’edificio sono iniziati nel dicembre dello scorso anno.
Spiega il noto pianista e professore Gianfranco Pappalardo Fiumara:
“Nel mese di dicembre scorso io e Nicolò Fiorenza abbiamo avuto modo di visitare la Chiesa del Convento di Giarre grazie alla possibilità concessa dall’arciprete della Città Di Giarre don Nino Russo. Abbiamo visto in quel preciso momento con amarezza un complesso monumentale storico di portata eccezionale abbandonato, martoriato e dimenticato.
Abbiamo però notato negli occhi del suo Rettore la passione ed il cuore nel voler tentare a tutti i costi di recuperare un luogo di culto simbolo della Giarre storica.
Gli occhi di Padre Nino pieni di gioia e amore mi hanno aperto un giaciglio nel cuore ed ho deciso di donare le somme necessarie per il recupero del Bene monumentale.
Oggi pomeriggio alla presenza delle autorità e in particolare del sindaco di Comune di Giarre Avv. Angelo D’Anna , dell’arciprete don Nino Russo e abbiamo voluto indire una conferenza stampa per presentare un piccolo miracolo: l’apertura del sito monumentale della Chiesa del Convento e le Sue Cripte. Una gioia immensa. Non appena sarà possibile, Covid permettendo – ospiteremo l’Orchestra ed il Coro del Conservatorio di Palermo che, in collaborazione con le corali del territorio, offriranno un grande concerto”.
Le cripte dell’antica chiesa sono un valore aggiunto, perché hanno riservato delle sorprese e incuriosito gli studiosi e gli appassionati di beni culturali, relativamente al ritrovamento di numerosi resti umani. Nicolò Fiorenza confida:
“Questo è solo un primo sommario intervento. C’è in corso la richiesta di un cospicuo finanziamento al FEC di un progetto esecutivo/conservativo, che ci consentirà di riportare la chiesa al suo antico splendore sia internamente che esternamente, rispetto però a quella che è l’attuale situazione dopo l’intervento effettuato dalla soprintendenza nel 2006. Abbiamo lavorato con il massimo rispetto dei luoghi e del materiale ritrovato sia organico che inerte. Nel corso degli interventi abbiamo fatto anche delle nuove scoperte. Sotto la pavimentazione, all’ingresso, abbiamo trovato, casualmente, grazie alla caduta di alcuni massi, un altro ambiente in cui riposano diversi corpi mummificati, i resti di quelli che erano i nostri avi giarresi Adesso il sito è fruibile, ma riteniamo che si possano ancora avere delle sorprese e forse nuove scoperte. Non abbiamo ancora provato le indagini con il georadar (è un sistema di indagine del sottosuolo nell’ambito delle prospezioni geofisiche per l’archeologia. N.d.R.). Chissà…”.
Il sindaco Angelo D’Anna commenta: “Questo è un recupero di fondamentale importanza per la città perché si tratta di uno dei primissimi edifici sacri, con annessi tutti i locali fruiti dagli Agostiniani. Posso dire che è una scommessa vinta soprattutto dalla Comunità ecclesiastica del Duomo e del suo parroco, Don Nino Russo, il quale qualche anno fa nel mio ufficio in Municipio, insieme ai rappresentanti del FEC e della Curia vescovile di Acireale sono venuti a riprendere le chiavi tenute in custodia dal Comune che aveva aperto per l’ultima volta al pubblico il tempio durante la settimana del FAI. Da lì è partita questa opera di recupero fortemente voluta e che verrà completata. Questo è un monumento che rientra a pieno titolo tra quelli che vanno visitati. Ritorna a pulsare il cuore della città”.
Intanto l’Arciprete Nino Russo, che alla spiritualità assomma il suo essere pragmatico e concreto, commenta:
«Con piacere abbiamo visto l’interesse di tanti giarresi per la chiesa del “Convento” che in questi giorni abbiamo ripulito, e messo in sicurezza, con una manutenzione necessaria per non farla andare totalmente perduta. Occorrerà un intervento dello Stato – la chiesa, infatti, appartiene al FEC (Fondo Culto) – che ci stiamo attivando per averlo. Gli interventi necessari effettuati sono consistiti nel ripristino del portale d’ingresso, che abbiamo recuperato per quanto ci è stato possibile mantenendo i resti della vecchia struttura, notevolmente danneggiati da anni e anni di totale abbandono; il rifacimento di due finestroni; l’illuminazione a LED, temporanea; la messa in sicurezza dei costoni pericolanti, anche causa delle scosse di terremoto; la ripulitura degli altari e il ripristino di parti mancanti con materiale temporaneo(molti marmi e infissi sono stati depredati da ignoti nel tempo N. d. R.). I lavori sono in parte generosamente offerti dal Maestro Giafranco Pappalardo e seguiti a titolo di volontariato dall’architetto Nicolò Fiorenza. Saremmo felici e grati se quanti hanno a cuore la riapertura della Chiesa volessero contribuire anche con un piccolo obolo. Potremmo così portare a compimento le migliorie necessarie e poter così programmare un serie di eventi, religiosi e culturali. Penso a celebrazioni liturgiche e a manifestazioni culturali e musicali, seguendo tutte le regole imposte dalla situazione di pandemia da Covid 19. Ringrazio anticipatamente quanti ci aiuteranno. Le eventuali offerte si possono versare a: Parrocchia S. Isidoro Ag. IBAN IT06Y0200883951000300303828 causale: Chiesa “Convento”.».
LA STORIA
Questa chiesa è stata costruita alla fine del 1600 ed era, dopo quella di Sant’Agata e Sant’Isidoro, una delle più antiche di Giarre. Aveva accanto il piccolo convento degli Agostiniani Scalzi provenienti da Valverde. Il convento, che aveva annesso un piccolo agrumeto, fu abbattuto e sul sito edificato il Palazzo delle scuole, oggi delle Culture. Ci resta il verbale di cessione al municipio del Convento in data 26 Agosto 1868 dal quale si ricavano alcune notizie utili dato che la chiesa e la Sagrestia erano state precedentemente concesse alla Confraternita delle Anime purganti. L’edificio sacro, sottoposto da anni ad intervento di restauro, è conosciuto come Chiesa del Convento, ovvero delle Anime Purganti dei Frati Agostiniani Scalzi di Valverde. L’originario corpo di fabbrica risale agli inizi del 1600, anni in cui i frati dell’ordine di Sant’Agostino, provenienti dal Santuario di Valverde nel territorio di Acireale si insediano nel territorio della contea di Mascali, dedicandosi alle opere di assistenza ed al pietoso ufficio dei riti legati alla sepoltura, come attesta la dedicazione alle anime purganti Il patrimonio dei beni mobili si trova pro tempore custodito presso la Parrocchia S. Isidoro di Giarre e un importante Crocefisso nella Chiesa di San Giovanni Montebello.Tra i beni mobili di proprietà della chiesa particolare pregio rivestono sei dipinti, Madonna tra Angeli e Santi o Madonna degli Agostiniani attribuito a Giovanni Tuccari, ad Ignoto del secolo XVIII si ascrive il dipinto L’Arcangelo Raffaele guarisce il padre di Tobiolo . Ad Alessandro Vasta La Fuga in Egitto , di Ignoto del secolo XVIII Tobiolo e l’Arcangelo Raffaele, i soggetti dei dipinti conducono evidentemente alla resurrezione delle anime ed all’agapé mistica. E’ stato realizzato l’intervento di restauro del prezioso dipinto su tela Madonna della cintola ascrivibile ad un pittore di scuola romana della prima metà del secolo XVIII. Tra i parati sacri è pregevole un ostensorio in argento, il punzone riconduce ad Alfio Strano, argentiere acese la cui bottega è attiva tra la fine del XVIII e gli inizi del secolo XIX, alla stessa bottega si ascrive un bel calice in argento. Un calice in argento dorato e sbalzato riporta su un medaglione l’emblema degli Agostiniani. Di manifattura messinese è un ostensorio in argento di del 1746. La chiesa rappresenta una testimonianza preziosa dell’architettura neoclassica.
Interessante lungo la via Lisi, è la chiave dell’arco della porta d’ingresso in pietra bianca di Siracusa nella quale è scolpita la Madonna di Valverde.
L’INTERVENTO DELLA SOPRINTENDENZA
Nel corso di un primo sommario e approssimativo intervento della Soprintendenza vennero rinvenute le cripte quasi certamente coeve alla costruzione dell’edificio. In quella occasione il cantautore Franco Battiato entusiasta della bellezza del sito, con grande tam tam mediatico, annunciò di sponsorizzare la causa della raccolta fondi per un totale recupero dell’edificio, ma poco tempo dopo l’assoluto silenzio. Silenzio anche da parte delle istituzioni locali dell’epoca, dopo la pubblicizzazione episodica della chiesa in occasione delle giornate culturali FAI non più ripetute…
LA CHIESA DURANTE LA GRANDE GUERRA
Un pezzo di storia lega il Comune di Giarre a quello vicentino di Cismon del Grappa, con il quale è gemellato dal 1969. Una storia che risale al primo conflitto mondiale, quando un centinaio di abitanti della cittadina veneta, occupata dagli austriaci dopo la disfatta di Caporetto, trovarono rifugio ed ospitalità a Giarre, in una baraccopoli costruita nello spazio incolto del “tiru o’ passiru”(sede del tiro al piattello per alcuni anni), slargo dell’attuale piazza Immacolata e poi distrutta per far posto alla Bambinopoli oggi chiamata villa degli Angeli di San Giuliano. I profughi, cattolici praticanti, “adottarono” la “Chiesa del Convento” ovvero degli Agostiniani scalzi di Valverde, come fosse propria, partecipando e seguendo tutte le funzioni religiose.